Ecco come e perchè la Juventus può sorprendere il Bayern Monaco
Bayern-Juventus: quanto sarà diversa dalla gara di andata? Perché si tratta di una questione fondamentale. Se la Juve non saprà rispondere all’aggressione di spazi e di gioco dei tedeschi, come accaduto nella prima parte della partita di andata, non ci saranno margini per ribaltare le previsioni e realizzare quello che sarebbe un capolavoro. Se la squadra di Allegri non sarà in grado di sfruttare le occasioni che si creeranno nelle azioni di ripartenza, di uscita dalla difesa dopo le sfuriate avversarie, allora saranno ben poche le possibilità di un impresa a Monaco.
C’è poco da fare, se il Bayern vuole, se trova le condizioni per dominare il confronto, l’esito è scontato. Il Bayern è da sempre, o meglio dai giorni della prima Juve scudettata con Conte alla guida, un termine di paragone lontano per i bianconeri, forse l’unico così lontano. È stata la sola avversaria – se si esclude il Barcellona incrociato nella finale berlinese di un anno fa – capace di evidenziare, seppur a tratti, una superiorità netta. Non ci è certo mai riuscito il Real Madrid stellare nelle occasioni di Champions. Il Bayern invece, sia ai tempi di Conte, che nella sfida più recente dello Stadium, ha schiacciato la Juvemtus, l’ha chiusa davanti a Buffon e l’ha infilata due volte. Ma poi abbiamo visto quello che è accaduto nella ripresa dell’andata di Torino, contro ogni previsione due guizzi di Dybala e Sturaro hanno ridato un senso all’appuntamento di mercoledì.
Tra l’altro la Juve ci arriva in condizioni quasi ottimali, se non fosse per i dubbi di condizione legati a Chiellini. È risaputo che la Champions dipende molto dall’attimo fuggente, ovvero dalla condizione psicofisica degli atleti nel momento in cui si gioca la gara. All’andata si fece male Marchisio, Khedira correva a passo ridotto, Mandzukic rientrava dopo l’infortunio, dietro mancava Chiellini e sulla fascia non c’era un certo Alex Sandro (che tatticamente può risultare strategico sulla fascia). Certo, anche il Bayern non era al meglio delle sue forze… Ma dopo la vittoria con il Sassuolo, con Buffon a un passo da un record storico d’imbattibilità in campionato, con Mandzukic che torna nella tana degli ex tifosi, Dybala galvanizzato da una nuova prodezza, Pogba riposato e rimotivato dopo la panchina… insomma, le premesse sembrano interessanti.
E poi c’è Allegri che ha rintuzzato l’offensiva dialettica di Sacchi e che proverà a smontare il meccanismo mirabile di un altro “sacchiano” nello spirito, come Guardiola. Un’altra battaglia tra filosofie calcistiche opposte. La Juve ha già dimostrato di poter colpire i nervi scoperti del Bayern: il pressing ultraoffensivo lascia ovviamente incustodite alcune aree del campo, a patto che l’avversario sappia a sua volta colpire con la stessa aggressività. Per il fatto stesso di prediligere gli attacchi a campo aperto – come ha spiegato Guardiola – i rossi soffrono a difendere in quelle stesse condizioni. Sarà un gioco di equilibri. La Juve dovrà blindare la difesa ma rispondere con i tempi giusti agli attacchi bavaresi, e poi anche richiudersi senza sbagliare. Tutto questo poi dando per scontato che i migliori interpreti, come Dybala e Mandzukic, siano in serata sì, e che dall’altra parte gente come Robben o Muller faccia fatica un po’ più del solito. Tra le due contendenti, è la Juve quella che può più facilmente stupire rispetto all’andata, o meglio: il Bayern ha mostrato il suo meglio all’andata, la Juve è chiamata a farlo all’Allianz Arena. No, non è un’impresa impossibile.
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Luca Borioni
C’è poco da fare, se il Bayern vuole, se trova le condizioni per dominare il confronto, l’esito è scontato. Il Bayern è da sempre, o meglio dai giorni della prima Juve scudettata con Conte alla guida, un termine di paragone lontano per i bianconeri, forse l’unico così lontano. È stata la sola avversaria – se si esclude il Barcellona incrociato nella finale berlinese di un anno fa – capace di evidenziare, seppur a tratti, una superiorità netta. Non ci è certo mai riuscito il Real Madrid stellare nelle occasioni di Champions. Il Bayern invece, sia ai tempi di Conte, che nella sfida più recente dello Stadium, ha schiacciato la Juvemtus, l’ha chiusa davanti a Buffon e l’ha infilata due volte. Ma poi abbiamo visto quello che è accaduto nella ripresa dell’andata di Torino, contro ogni previsione due guizzi di Dybala e Sturaro hanno ridato un senso all’appuntamento di mercoledì.
Tra l’altro la Juve ci arriva in condizioni quasi ottimali, se non fosse per i dubbi di condizione legati a Chiellini. È risaputo che la Champions dipende molto dall’attimo fuggente, ovvero dalla condizione psicofisica degli atleti nel momento in cui si gioca la gara. All’andata si fece male Marchisio, Khedira correva a passo ridotto, Mandzukic rientrava dopo l’infortunio, dietro mancava Chiellini e sulla fascia non c’era un certo Alex Sandro (che tatticamente può risultare strategico sulla fascia). Certo, anche il Bayern non era al meglio delle sue forze… Ma dopo la vittoria con il Sassuolo, con Buffon a un passo da un record storico d’imbattibilità in campionato, con Mandzukic che torna nella tana degli ex tifosi, Dybala galvanizzato da una nuova prodezza, Pogba riposato e rimotivato dopo la panchina… insomma, le premesse sembrano interessanti.
E poi c’è Allegri che ha rintuzzato l’offensiva dialettica di Sacchi e che proverà a smontare il meccanismo mirabile di un altro “sacchiano” nello spirito, come Guardiola. Un’altra battaglia tra filosofie calcistiche opposte. La Juve ha già dimostrato di poter colpire i nervi scoperti del Bayern: il pressing ultraoffensivo lascia ovviamente incustodite alcune aree del campo, a patto che l’avversario sappia a sua volta colpire con la stessa aggressività. Per il fatto stesso di prediligere gli attacchi a campo aperto – come ha spiegato Guardiola – i rossi soffrono a difendere in quelle stesse condizioni. Sarà un gioco di equilibri. La Juve dovrà blindare la difesa ma rispondere con i tempi giusti agli attacchi bavaresi, e poi anche richiudersi senza sbagliare. Tutto questo poi dando per scontato che i migliori interpreti, come Dybala e Mandzukic, siano in serata sì, e che dall’altra parte gente come Robben o Muller faccia fatica un po’ più del solito. Tra le due contendenti, è la Juve quella che può più facilmente stupire rispetto all’andata, o meglio: il Bayern ha mostrato il suo meglio all’andata, la Juve è chiamata a farlo all’Allianz Arena. No, non è un’impresa impossibile.
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