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  • Ecco il mercato di lusso delle più grandi squadre europee

    Ecco il mercato di lusso delle più grandi squadre europee

    Ecco il mercato di lusso delle più grandi squadre europee: l'estate dei grandi numeri e dei record battuti

    Calciomercato.com ha chiesto all’Agente Fifa Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei corsi per agenti fifa e osservatori di calcio (info su  www.footballworkshop.it), e al Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management presso l’Università Politecnica delle Marche, di analizzare la campagna traferimenti dei maggiori club calcistici europei.

    E’ stata l’estate dei grandi numeri e dei record battuti per quanto riguarda la campagna trasferimenti dei club calcistici europei. In tema di singoli giocatori la palma di calciatore più costoso del pianeta è andata al gallese Gareth Bale che, passando dal Tottenham al Real Madrid per 86 milioni di sterline (circa 100 milioni di euro), ha fatto segnare il nuovo record mondiale, superando il precedente primato detenuto dal portoghese Cristiano Ronaldo, che sempre la “Casa Blanca” acquistò nell’estate del 2009 per 80 milioni di sterline (l’equivalente allora di 93 milioni di euro) dal Manchester United.

    Focalizzando l’attenzione sui vari campionati europei, analizzati singolarmente, la parte del leone è stata svolta, come di consueto negli ultimi anni, dai club della Premier League: le società inglesi hanno realizzato in questa sessione di calciomercato trasferimenti di giocatori per un totale di 630 milioni di sterline (circa 740 milioni di euro), abbattendo il tetto di 500 milioni di sterline (circa 580 milioni di euro) stabilito  nell’estate del 2008. Un totale di assoluto rilievo soprattutto se rapportato alla spesa effettuata negli altri quattro principali campionati europei: la nostra Serie A e la Liga spagnola hanno raggiunto, ognuna, circa 390 milioni di euro per gli acquisti, la Ligue 1 francese circa 360 milioni di euro (imputabili in forte maggioranza a Paris SG e Monaco) mentre la Bundesliga ha totalizzato spese per 270 milioni di euro.

    Forti esborsi in Premier League, dunque. Osservando le statistiche relative ai trasferimenti effettuati dai club inglesi, salta subito all’occhio la competitività acquisita in sede di mercato non solo dalle big tradizionali, ma anche dai club di seconda-terza fascia: molti di loro hanno avuto la possibilità di fissare nuovi record di spesa tesserando importanti calciatori. Tra le squadre principali, si pensi in particolare all’Arsenal, società tradizionalmente parsimoniosa, ma che nell’ultimo giorno di mercato ha accolto il tedesco Mesut Ozil sborsando 50 milioni di euro, mentre tra le società minori è eloquente il caso del Southampton che, tra gli altri, è riuscito ad assicurarsi la firma del nazionale italiano Osvaldo per la cifra di tutto rispetto per un club di dimensioni ridotte di 18 milioni di euro!

    Ma quali sono i fattori principali che hanno permesso alle società inglesi di presentarsi sul mercato con somme di denaro così imponenti, aggiudicandosi in questo modo giocatori di livello internazionale?

    Innanzitutto, va fatto riferimento ai nuovi flussi di denaro in entrata derivanti dalla cessione dei diritti televisivi: gli scorsi mesi sono stati determinanti dal punto di vista della contrattazione, in quanto i vertici di Premier League sono riusciti a stipulare dei contratti per il triennio 2013-2016 in forte aumento rispetto agli accordi riguardanti il triennio precedente. I diritti tv ceduti sul mercato nazionale hanno fruttato in totale ben tre miliardi di sterline (ossia tre miliardi e mezzo di euro) ai club della massima divisione calcistica, in aumento del 70% rispetto alla contrattazione precedente. Anche i diritti di trasmissione delle partite sui mercati internazionali sono stati rinegoziati, portando gli introiti ad un totale nell’arco triennale di 2 miliardi di sterline (2,3 miliardi di euro), in aumento del 39% rispetto al passato. Grazie a questi nuovi contratti, le società inglesi possono dunque contare mediamente su oltre 80 milioni di sterline (93 milioni di euro) all’anno, una somma ingente che viene utilizzata in parte per migliorare le proprie infrastrutture (stadi, campi d’allenamento e negozi) e in parte per rafforzare la squadra attraverso l’acquisto di nuovi giocatori.

    Altri elementi si sono rivelati decisivi per le finanze dei club britannici e per la loro forza in sede di calciomercato: la forte vocazione internazionale che ha la Premier League, un campionato seguitissimo in ogni angolo del mondo, ha permesso alle società di garantirsi un notevole vantaggio competitivo, che viene sfruttato al momento di sviluppare accordi commerciali sempre più redditizi con aziende interessate ad associare il loro nome a dei club come quelli calcistici capaci di garantire notorietà e ritorni di immagine su scala mondiale. Oltre a questo aspetto, va ricordato il discorso legato al merchandising, con i club inglesi capaci di vendere ogni anno ai loro tifosi sparsi in ogni continente un’ampia quantità di prodotti. Questa notorietà internazionale, non solo della singola squadra ma anche del brand Premier League, è stata raggiunta grazie ad importanti strategie sviluppate da anni in modo congiunto dai club inglesi, consolidate nel periodo estivo quando i club portano le proprie squadre a svolgere delle tournée in giro per il mondo al fine di rinsaldare il rapporto con i partners commerciali e con i propri tifosi situati oltreconfine. Non va poi dimenticato il fattore relativo agli stadi di proprietà che consente alle società di realizzare importanti ricavi sia durante il campionato, con gli spalti gremiti, sia nelle festività, con la possibilità di organizzare nei propri impianti feste e serate a tema per i tifosi in collaborazione con i propri sponsor.

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