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  • El Shaarawy-Roma: ecco come giocherà

    El Shaarawy-Roma: ecco come giocherà

    Un (altro) Faraone per la Roma. Dopo Mohamed Salah, a Trigoria sbarca anche Stephan El Shaarawy. Sarebbe stato un colpo a sensazione solo due o tre anni fa, quando l'italo-egiziano aveva stregato tutti con un girone d'andata da urlo. Era lui il leader tecnico del Milan, nonostante la giovane età. Da lì in poi, un percorso costellato di infortuni e incomprensioni, fino al prestito estivo al Monaco. Nel Principato per rinascere, si diceva. Non è andata benissimo. Non per questioni fisiche - sono 24 i gettoni con i monegaschi in metà stagione - ma tecniche. In poche parole, mancavano i gol: tre, tutti in Europa, nessuno in Ligue 1. Un paradosso. La presenza numero 25 avrebbe significato riscatto obbligatorio. Il Monaco ci riflette e decide di fermarsi. Rispedito a Milanello come un pacco postale, ma solo in transito. La nuova fermata, quella che potrebbe riportare il Faraone in Nazionale, è Roma. 

    QUATTRO MESI PER CONVINCERE - Il dubbio sulla formula che vedrà El Shaarawy vestirsi di giallorosso rimarrà almeno fino al comunicato ufficiale, tra prestito con obbligo, obbligo condizionato o diritto di riscatto. Quel che è certo è che gli si prospettano quattro mesi di fuoco. Arriva al posto di una delusione come Iturbe e di un pretoriano del precedente allenatore come Gervinho, sacrificato sull'altare della plusvalenza e di un gioco più strutturato e meno anarchico. Nonostante la ventilata - e poi realizzata - difesa a 3 di Spalletti, in questa Roma ci sarà spazio per El Shaarawy. Perché l'idea del tecnico non è quella di un 3-5-2 ma un qualcosa di molto simile a un 3-4-3, con due trequartisti liberi di svariare tra corsie e fascia centrale del campo e Dzeko come punto di riferimento. Nel tridente d'attacco, il Faraone partirà sulla sinistra: si giocherà la maglia con l'altro arrivo imminente, Diego Perotti. Totalmente diversa, però, sarà la loro interpretazione del ruolo. Perotti è ispiratore, uomo che stringe palla al piede, salta l'avversario e manda in porta il taglio del compagno. El Shaarawy è l'altra faccia della medaglia. Nella sua miglior espressione, era lui a tagliare senza palla, a fare da vera e propria seconda punta. Complementari, insomma, se solo non giocassero entrambi a sinistra. Toccherà a Spalletti abbinarli a Salah e Iago Falque, i due esterni "sopravvissuti" al cambio di rotta di gennaio. Il tutto cercando di capire quale sarà il modulo - si insisterà con l'assetto visto a Torino o si tornerà alla linea difensiva a 4 - e, soprattutto, il ruolo di Radja Nainggolan, che Spalletti sembra gradire in posizione più avanzata rispetto al solito.

    RIGHETTI: E' UNA GRANDE OCCASIONE - "Per il ragazzo è una grande occasione", è l'analisi di Ubaldo Righetti, ex difensore della Roma e oggi apprezzato opinionista per Rai Sport. "Avrà modo di lavorare con un allenatore molto bravo come Spalletti, che potrà dargli i suggerimenti giusti dal punto di vista tattico e non solo. Bisognerà giocare sulle sue motivazioni, la Roma rappresenta un'occasione anche per rilanciarsi". Alle porte, per El Shaarawy, c'è l'Europeo: quattro mesi di livello con la Roma lo rimetterebbero nel mirino di Antonio Conte. Le qualità tecniche del ragazzo, prosegue Righetti, non sono in discussione. "Le ha dimostrate da sempre, purtroppo capitano i momenti no. Qualche infortunio di troppo lo ha condizionato in questi anni, sarà importantissimo anche il sostegno a livello emotivo: ha bisogno di essere sostenuto, visto che sbarca in una piazza difficilissima, che giudica i giocatori prima di vederli". Roma aspetta, il Faraone non vede l'ora di conquistarla.

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