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  • Empolimania: cambiare per restare se stessi

    Empolimania: cambiare per restare se stessi

    • Nico Raffi
    "Giampaolo non è stata la nostra prima scelta, è stata l'unica". La parole del ds Marcello Carli hanno scandito con decisione la colonna sonora che ha accompagnato l'arrivo ad Empoli del nuovo allenatore Marco Giampaolo. All'indomani delle dimissioni di Maurizio Sarri e ancora prima che l'ormai ex tecnico empolese si accasasse ufficialmente alla lussuosa corte di Aurelio De Laurentiis, l'Empoli aveva già scelto il nome del suo successore, senza esitazione alcuna. 

    Solo il campo, come sempre, darà naturalmente il responso in merito alla bontà o meno della scelta operata dalla dirigenza azzurra. Una cosa però sin d'ora è certa: la società di Fabrizio Corsi non si è fatta trovare impreparata dall'addio di Sarri, il cui ciclo triennale, intenso sul piano emotivo, accattivante sul piano estetico e vincente sul piano tecnico, era inevitabilmente giunto a conclusione. L'impressione è che il club azzurro lo sapesse da un pò di tempo o che almeno lo avesse avvertito con largo anticipo, evitando di farsi cogliere di sopresa. Una scelta, quella di Giampaolo, che si pone in continuità con la politica societaria dell'Empoli, da sempre orientata a privilegiare allenatori giovani, ambiziosi, desiderosi di riscatto e in possesso di idee chiare sul piano del lavoro e della programmazione. Non si tratta di una vera e propria rottura con l'era Sarri. Il nuovo tecnico del Napoli, al pari di Giampaolo, era anch'egli reduce da esperienze poco fortunate in panchina e, relegato in marginali categorie inferiori, si trovava in attesa di ricevere la chiamata giusta per mettere in pratica le proprie idee tatticamente coraggiose e innovative. Con l'Empoli Sarri trovava finalmente la serie A e il successo, la luccicante vetrina dentro la quale esporre una nitida idea di gioco, attraverso l'Empoli Giampaolo spera adesso di trovare la piazza ideale per rilanciare la propria immagine, offuscata da una serie di scelte professionali non esattamente felicissime.

    L'impressione è che il tecnico di Bellinzona non stravolgerà quanto di buono costruito dalla squadra nelle ultime tre stagioni. Come ha detto il presidente Corsi, l'Empoli dovrà voltare pagina senza dimenticare il passato. Il nuovo capitolo che, nelle prossime settimane, si comincerà a scrivere dovrà infatti necessariamente mantenere lo stile e le vincenti idee guida comparse nei capitoli precedenti, ma dovrà, nello stesso tempo, sviluppare una nuova narrazione, favorire l'ingresso di personaggi inediti, attirare attenzione, suscitare curiosità ed entusiasmo.

    Fuori da similitudini letterarie, sarà curioso osservare, ad esempio, come si comporterà Marco Giampaolo riguardo al modulo tattico che ha contraddistinto il soprendente Empoli di Sarri. Il 4-3-1-2 ha rappresentato un vero e proprio marchio di fabbrica, ma sarà replicabile in assenza degli interpreti che lo hanno reso vincente? Il regista Mirko Valdifiori, metronomo del gioco azzurro, è appena approdato in Campania al seguito di Sarri. Matias Vecino, elemento chiave della mediana empolese, è tornato a Firenze per fine prestito. Rugani, al termine dell'europeo con l'under 21, atterrerà meritatamente sul pianeta Juventus, mentre ancora incerto appare il futuro dei vari Hysaj, Mario Rui, Tonelli e Saponara, gioielli azzurri che hanno stuzzicato l'appetito di numerosi club di prima fascia. Particolarmente importante, per la riproposizione di un modulo assai gradito alla dirigenza e alla tifoseria, sarà capire il destino di Riccardo Saponara, elemento sul quale il club toscano intende edificare con risolutezza l'Empoli di mister Giampaolo. Tra enigmi, incertezze, perplessità e speranze, un nuovo capitolo comincia e prendere forma. Per provare ancora a stupire, per rimettersi in gioco attraverso forme inedite e idee consolidate da non disperdere.  

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