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  • Empolimania: il miglior attacco è la difesa

    Empolimania: il miglior attacco è la difesa

    • Nico Raffi
    "Contento per la prestazione, non per il risultato". Un ritornello scandito fin troppe volte quest'anno dal tecnico azzurro Maurizio Sarri, ancora una volta costretto ad assistere a un'ottima prestazione dei suoi ragazzi sul piano del gioco ma deficitaria sul piano dei punti acquisiti. Contro il Torino, l'Empoli è incappato nel secondo 0-0 casalingo di fila dopo quello di quindici giorni fa con l'Atalanta. Una partita per certi versi simile a quella disputata contro la squadra di Colantuono, quando Maccarone e soci, padroni assoluti del match, non furono capaci di concretizzare neppure una delle numerosissime occasioni da rete costruite. Contro la formazione granata, a dire il vero, l'Empoli non ha brillato come al "San Paolo" contro il Napoli o come nel precedente turno casalingo, anche se è parsa netta la supremazia dimostrata dagli azzurri nei confronti degli uomini di Giampiero Ventura, sembrati scarichi, eccessivamente prudenti e forse logorati dal dispendio di energie del recente impegno in Euro League. 

    Eppure, nel mezzo della coraggiosa e brillante prestazione di Napoli, ci sono state due gare in cui l'Empoli non è riuscito a segnare lo straccio di una rete tra le mura amiche. Centottanta minuti di netto dominio territoriale, di colossali occasioni sperperate davanti alla porta, di portieri avversari in vena di miracoli. Sarebbe superficiale però sostenere che le vittorie non sono arrivate soltanto grazie agli interventi di uno Gillet o di uno Sportiello in stato di grazia. Il sospetto è che l'Empoli faccia una tremenda fatica a concretizzare il volume di gioco che riesce ad esprimere e che i problemi principali si rivelino in maniera più vistosa negli ultimi 20-25 metri, quando si tratta di trovare lo spunto, il guizzo vincente per andare a concludere efficacemente verso la porta avversaria. 

    Ecco che, a fronte di una per certi versi sorprendente impermeabilità difensiva che ha consentito all'Empoli di subire appena due reti nelle ultime quattro gare e di centrare, per la seconda volta in stagione, il quinto risultato utile consecutivo, è emersa una preoccupante idiosincrasia al gol che non può far dormire sonni esattamente tranquilli. Maccarone e Tavano sono due veri e propri totem della squadra azzurra, due leader fondamentali dentro e fuori dal campo, ma hanno già tagliato la soglia delle 35 primavere. Naturale e fisiologico che non siano più in possesso dell'esplosività e della freschezza atletica di qualche anno fa e che non possano assicurare la stessa continuità realizzativa di un tempo. Mancano semmai, nel reparto offensivo, delle alternative credibili e all'altezza in modo da far tirare il fiato ai due esperti attaccanti e offrire un ulteriore contributo in zona gol. Pucciarelli è stato artefice di un exploit sorprendente in avvio di stagione ma non è certo uomo che può caricarsi il peso offensivo della squadra sulle spalle. Mchedlidze possiede centimetri e forza fisica ma gli interrogativi riguardo alla sua tenuta fisica e alla sua integrità non sono mai stati del tutto sciolti. L'uruguaiano Aguirre è, ad oggi, poco più di un oggetto misterioso e i giovani trequartisti Verdi, Laxalt e Zielinski non hanno certo il gol nel sangue. 

    In attesa di capire se il mercato di gennaio potrà offire qualche spunto per rinforzare il fronte d'attacco, l'Empoli si gode Tonelli e Rugani che, oltre ad offrire solide garanzie difensive, hanno rimpinguato la casella dei gol segnati trovando la via della rete già in cinque occasioni. Curiosamente, proprio un gol in più della coppia Maccarone-Tavano.            
     

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