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Euro 2012, Italia: Prandelli chiama Mino Favini!

Euro 2012, Italia: Prandelli chiama Mino Favini!

 

Tutto si aspettava, ma non di essere convocato agli Europei a 76 anni. Mino Favini in oltre mezzo secolo di calcio le ha viste tutte, ma questa ancora gli mancava. 
 
Per questo è rimasto (piacevolmente) sorpreso e anche un po' spiazzato quando ha letto l'invito che il ct Cesare Prandelli gli ha voluto recapitare direttamente dalle colonne de L'Eco di Bergamo. «Se andiamo avanti, mi piacerebbe averlo là, con me» ha detto Prandelli spalancando la porta della Nazionale al mago di Meda, che guida il settore giovanile nerazzurro.
 
E lei Favini cosa farà? Ci andrà?
«Mi ha fatto piacere leggere questo invito. Non me l'aspettavo. Avevo sentito Cesare tempo fa e non mi aveva accennato a questa cosa. Lì per lì ho pensato a uno scherzo. A lui piace scherzare. Ma se l'Italia riuscisse ad andare in finale e se a lui veramente facesse piacere avermi là al suo fianco, beh io ci andrò doppiamente volentieri».
 
Secondo lei può farcela?
«La squadra è buona, qualitativamente ci siamo e l'espressione di gioco è migliorata tanto. Bisognerà vedere in che condizione di forma arriveranno gli azzurri, ma Cesare ha costruito una squadra che sa giocare a calcio e che non dovrebbe sfigurare contro nessuno».
 
Anche con la Spagna all'esordio?
«Da quella partita si potrà capire dove potremo arrivare. Sarà significativa, del resto affrontiamo i campioni d'Europa e del Mondo».
 
Prandelli la affronterà con le stesse armi: più qualità che quantità, più pesi leggeri che carro-armati...
«Cesare ha scelto la qualità e secondo me non sbaglia. In certe manifestazioni la qualità viene sempre a galla».
 
Ci potrebbe essere anche tanta Atalanta in questa Italia.
«Prandelli, Cigarini, Schelotto e non dimentichiamoci Montolivo. La convocazione di Schelotto e Cigarini è il giusto riconoscimento all'annata straordinaria dell'Atalanta e il merito va diviso tra tutti: Percassi e la società, Colantuono e la squadra. Cigarini è un centrocampista di livello internazionale, Schelotto è esploso grazie alla sua straordinaria facilità nella ripetitività della corsa e, anche se non segna tantissimo, con le sue qualità riesce a essere importantissimo per la squadra».
 
Consiglierebbe a Prandelli di portare entrambi agli Europei?
«Non mi posso permettere di dare consigli a Cesare. Ma se resteranno nel gruppo, ne sarei orgoglioso».
 
Come di Montolivo? Nazionale e Milan: è il momento più importante della sua carriera?
«A volte ci si dimentica che ha solo 27 anni, quindi è ancora giovane ed è ancora in fase di crescita. Per lui è un momento importante e spero che riesca a fare un bell'Europeo».
 
Sorpreso dall'esclusione di Pazzini?
«Un po' sì, ma gli attaccanti vivono anche di momenti meno felici. Ma Pazzini resta Pazzini. Io fossi nell'Inter continuerei a credere in lui perché uno come lui tornerà a fare gol».
 
Montolivo nel Milan, Pazzini nell'Inter e Padoin nella Juventus. Tre prodotti dell'Atalanta nelle tre big. È lo scudetto del vivaio?
«È una grande soddisfazione. Ma c'è anche un altro aspetto per cui essere soddisfatti. Anche se è stato un anno non molto felice dal punto di vista dei risultati per le squadre del vivaio, c'è l'attività di base, la nostra scuola calcio e il lavoro dello scouting che stanno ottenendo dei risultati strepitosi. Le squadre dei 99-2000-2001 fino ai 2003 hanno fatto benissimo: nell'ultimo weekend abbiamo battuto squadre come Fiorentina, Inter, Juve. Stiamo portando avanti un lavoro necessario per tenere testa alla grandi: nella nostra scuola calcio stanno crescendo dei bambini di buonissime prospettive».
 
Questa è una buona notizia per vedere nei prossimi anni ancora dei prodotti di Zingonia in Nazionale. Ma intanto questo sarà l'Europeo di chi?
«Mi piacerebbe fosse l'Europeo di un giovane, magari Destro. Poi bisognerà sperare nelle imprese di giocatori come Cassano, anche se il punto fermo per me resta Pirlo, il miglior centrocampista del mondo».
 
Ma venti anni fa avrebbe pensato di trovare Prandelli a giocarsi un Europeo con la Nazionale?
«Sarei bugiardo se dicessi di sì, però si vedeva che sarebbe diventato un ottimo allenatore. Quando arrivai all'Atalanta lui aveva appena smesso e voleva allenare la Primavera. Io gli feci allenare gli Allievi perché mi ero reso conto che erano la squadra più forte e gli dissi: "Con questi ragazzi vincerai lo scudetto e poi li porterai in Primavera". Successe proprio questo e vinse anche con la Primavera. E si capì che era destinato a una carriera ad alto livello».
 
Favini intanto non pensa ancora alla pensione, vero?
«Si va avanti. Gli anni passano, ma la passione è sempre quella».
 
E magari si ritrova in Nazionale a 76 anni...
«Se vanno in finale...».

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