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Boateng: 'Klopp? Il miglior allenatore del mondo! Mandela, il Milan e la mia vecchia mala vita...'

Boateng: 'Klopp? Il miglior allenatore del mondo! Mandela, il Milan e la mia vecchia mala vita...'

Kevin-Prince Boateng sta vivendo una seconda giovinezza alle Canarie, dove con il suo Las Palmas si sta togliendo delle belle soddisfazioni. Il giocatore ex Milan, è stato raggiunto dai microfoni del Guardian, rilasciando un'intervista dai forti contenuti, tra vecchie esperienze e certezze: "Klopp? È il miglior allenatore del mondo, sa quando spronarti e quando confortarti. Sa quando hai bisogno di un drink e quando invece hai bisogno di un bicchiere d'acqua. Ha tutto il necessario. Chiedete ai suoi giocatori e vi risponderanno: 'È il migliore, morirei per lui!', questo perchè conosce tempi e modi dei giocatori".

ESPERIENZA DIRETTA - Boateng non ha dubbi, ma non parla per sentito dire, semmai per esperienza diretta. Kevin-Prince, infatti, è stato agli ordini di Jurgen Klopp nel 2009: un prestito di 6 mesi, in cui ha disputato 11 partite, sufficienti però per rimanere folgorato dall'allenatore tedesco: "C'erano giocatori a Dortmund che giocavano cinque minuti in sei mesi, ma erano felici: felici di allenarsi, di lavorare, perchè ti faceva sentire importante"

MANDELA - Intervistato in occasione di un incontro per la campagna anti-razzismo ha poi parlato così del suo incontro con Mandela: "Ci sono tre persone che ho sempre voluto incontrare: Micheal Jackson, Muhammad Alì e Nelson Mandela. Ne ho conosciuto solo uno. Mi ha stupito, era stato in prigione per 27 anni, avrebbe dovuto essere arrabbiato con tutti, e invece era calmo, seduto, mentre tutti si agitavano. Fortunatamente ruppe il ghiaccio. Era il Mondiale del 2010, la gente mi chiamava 'David Black-Man': ero una stella. Quando siamo entrati nella stanza mi ha stretto la mano, mi ha tirato verso di sè e mi ha detto che sua figlia voleva sposarmi. Gli ho detto che mi dispiaceva, ma che avevo già una ragazza, si sono messi tutti a ridere. Il rimpianto più grande è non aver fatto una foto, il flash infatti infastidiva troppo i suoi occhi".

MILAN - Il Milan rimane la tappa più bella nel suo girovagare, l'unica in cui la continuità ha incontrato il suo talento: "Quando l'ho saputo non ci credevo. Stavo per andare al Genoa, ho chiesto al mio agente se stesse scherzando, e che sarei stato felicissimo. Sono andato a festeggiare, la mattina dopo mi ha chiamato alle otto e mi ha detto: 'Sali in macchina, dobbiamo andare a Milano. Ti sei allenato?'. Gli ho risposto: 'Certo!', ma era una bugia, mi stavo godendo la mia vacanza. 'Perfetto, perché gli ho detto che sei un animale.', ho pensato: 'Oh mio Dio'. Sono arrivato ed erano tutti lì: Ibrahimovic, Robinho, Seedorf, Pirlo, Ambrosini, Gattuso, Ronaldinho, Thiago Silva, non ci credevo, io avevo preso il posto di Beckham. Zlatan sembra sbruffone, ma è professionale e fuori dal campo è il più divertente. Gattuso mi ha sorpreso: era il meno tecnico tra tutte quelle superstar, ma correva per 120' come uno psicopatico". 

MALA VITA - "Ho fatto tanti errori. A 20 anni ero al Tottenham, sembravo vecchio. Stavo fuori ogni sera fino alle sei, pesavo 95 chili, ero gonfio di alcool e di cibo spazzatura. Ho pensato che fosse ora di cambiare, così ho chiamato i miei amici perchè mi aiutassero a ripulirmi. Tutto è cominciato quando Martin Jol mi tagliò dopo un solo mese. Ho buttato tanti soldi in locali notturni, in vestiti e in automobili, un giorno ne ho comprate addirittura tre. Si cerca di comprare la felicità, non potevo giocare e allora mi divertivo a spendere, mi sentivo un po' come 50 Cent: case, auto, soldi. Poi una mattina mi sono guardato allo specchio e mi sono accorto che non ero più un calciatore. Lì, tutto è cambiato".

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