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  • FC Bari 1908 e la necessità della Serie A

    FC Bari 1908 e la necessità della Serie A

    Un recente articolo di Repubblica Edizione Bari, dal titolo: “Paparesta batte cassa e cerca investitori - "Una squadra così costa molto per la B"”, a firma di Enzo Tamborra, ha suscitato clamore mediatico e interrogativi tra tanti tifosi baresi, a tal punto che lo stesso club ha dovuto precisare, con un comunicato dal titolo “NIENTE ALLARMISMI. SOCIETÀ SOLIDA”, a firma del presidente Gianluca Paparesta, che la stessa società è solida non ravvedendo, all’interno dell’articolo delle motivazioni che debbano scatenare polemiche o preoccupazioni. Nel comunicato si legge: “La nostra società gode, fortunatamente visti i tempi, di ottima salute grazie ai proventi derivanti dai diritti tv, dagli sponsor che ci affiancano, dal botteghino, dalle scelte oculate che la nostra gestione sta operando”. Sul tema sono intervenuto personalmente nella trasmissione “Tanto non capirai” su “L’Altra Radio” (LEGGI).

    La ricerca di investitori.

    Invero, l’intenzione di Paparesta di allargare la base dei soci di FC Bari 1908, emerge chiaramente sin dagli inizi della sua avventura societaria. Il 24 giugno 2014, l’Assemblea Straordinaria dei soci di "FOOTBALL CLUB BARI 1908 s.r.l." ha deliberato di aumentare il capitale sociale da Euro 10 mila ad Euro 10 milioni.
    Paparesta Gianluca ha sottoscritto una quota di euro 1.890.500,00, ed ha provveduto a versarne il 25%; Paparesta Romeo ha sottoscritto una quota di euro 99.500,00, ed ha provveduto a versarne il 25%. Pertanto, il deliberato aumento risultava sottoscritto per euro 1.990.000,00  e versato per euro 497.500,00. L’Assemblea Straordinaria ha dato ampio mandato all'Amministratore Unico Paparesta Gianluca di collocare presso terzi la restante parte del deliberato aumento non sottoscritto pari ad euro 8 milioni entro e non oltre il 31 dicembre 2014. Inoltre, l’Assemblea Straordinaria ha stabilito che se entro il termine del 31 dicembre 2014, l'aumento del Capitale Sociale non fosse stato interamente sottoscritto, il Capitale Sociale sarebbe aumentato di un importo pari alle sottoscrizioni effettivamente raccolte; poiché si trattava di aumento di capitale scindibile ed essendo stato sottoscritto un aumento sino a 2 milioni di Euro. Da notare, ma forse è una mera coincidenza, che la cifra di 8 milioni dell’aumento di capitale non sottoscritto, si avvicina all’importo utilizzato da Paparesta per comprare il Bari (5 milioni circa + 3 milioni per il debito sportivo).

    La trasformazione societaria in società per azioni.

    Il 14 marzo 2015 l’assemblea straordinaria dei soci di "FOOTBALL CLUB BARI 1908 s.r.l." ha deliberato di trasformare la società da s.r.l. a Società per Azioni, con l’assunzione della denominazione di "FOOTBALL CLUB BARI 1908 S.p.A.". Tale delibera è interessante perché evidenziava che il capitale sociale della società, era di euro 2 milioni, di cui versato Euro 507.500 ed era rappresentato da numero 20.000 di azioni del valore nominale di euro 100,00 ciascuna, suddivise nel seguente modo: al socio Paparesta Gianluca numero 19.000 azioni pari ad una quota di capitale di euro 1.900.000,00 pari al 95,00% del capitale sociale e al socio Paparesta Romeo numero 1.000 azioni pari ad una quota di capitale di euro 100.000,00 pari al 5,00% del capitale sociale.

    La conferma del capitale parzialmente versato.

    Una terza assemblea straordinaria tenutasi il 25 giugno 2015, ha deliberato di modificare l’articolo 11 dello statuto. Sono stati eliminati gli ultimi due capoversi nei quali si prevede l'iscrizione della costituzione del pegno nel registro delle Imprese e le relative sanzioni in caso di inosservanza di tale adempimento, in quanto tale formalità non è prevista per le società azionarie.
    Anche tale delibera è interessante, perché fa emergere al 25.06.2015 un capitale sociale di 2 milioni versato per Euro 507.500.

    Il clamore mediatico e gli interrogativi di molti tifosi sono dovuti al fatto che alcuni commentatori avessero evidenziato la necessità “vitale” della promozione in Serie A del Bari al fine di garantirne la continuità aziendale. Tuttavia, per affrontare la questione bisogna scindere l’aspetto economico da quello finanziario.

    La gestione economica.

    Dai dati pubblicati nell’articolo citato emergerebbe una gestione economica (nel senso di ricavi meno costi) sostanzialmente equilibrata, che farebbe pensare ad un bilancio in pareggio per il 2015/16. Tra l’altro esistono delle norme per la Lega Serie B che obbligano un club di Serie B ad adottare una gestione economica equilibrata. Si pensi al “Salary Cap”, che impone un tetto massimo ai nuovi contratti di 300 milioni lordi, di cui 150 fissi e 150 di parte variabile. Si pensi alla regola che impone un tetto massimo del 60% al rapporto tra costo tesserati e il valore della produzione. Per intenderci un valore della  produzione medio di 12 milioni permetterebbe un costo annuo dei tesserati intorno a 7,2 milioni. Altra regola importante è quella che riguarda la rosa calciatori con un tetto di 22 calciatori “over 21”. Dall’articolo di Repubblica citato, emerge che il costo del personale 2015/16 del Bari è di 5 milioni, che i soldi provenienti dalle contribuzioni della Lega Serie B dovrebbero aggirarsi intorno ai 6 milioni. Considerando che nello stesso articolo è affermato che il Bari ha incassato per il 2015/16 1,5 milioni di Euro in abbonamenti, si potrebbero stimare ricavi da gare tra i 2,5 e i 3 milioni (molto dipenderà dall’andamento sportivo della squadra). Aggiungendo che nel comunicato ufficiale di Paparesta è scritto che “La nostra società gode, fortunatamente visti i tempi, di ottima salute grazie ai proventi derivanti dai diritti tv, dagli sponsor che ci affiancano. …”, visto che i diritti TV rientrano nelle contribuzione elargite dalla Lega, si potrebbero stimare prudenzialmente ricavi commerciali, comprensivi dei ricavi pubblicitari vari, per almeno 1 milione di Euro. Premesso quanto sopra, il Bari potrebbe chiudere il 2015/16 con un fatturato netto intorno ai 9/10 milioni. Sottraendo i costi del personale di 5 milioni, le spese di gestione che sono definite “sostanziose”, gli ammortamenti e le spese per i prestiti dei calciatori, si determinerebbe una gestione economica sostanzialmente equilibrata, tenuto conto che il Bari non ha fatto “follie” sul mercato, ricorrendo spesso al meccanismo dell’acquisizione in prestito dei calciatori.

    L’eventuale problema finanziario.

    L’articolo di Repubblica evidenzia una problematica di non poco conto. Il 16 settembre è la data in cui bisogna aver saldato gli ultimi stipendi della stagione 2014/15 e i relativi premi. Nel caso del Bari l’importo da saldare ammonterebbe a 2,5 milioni di euro. In merito a tale adempimento, nell’articolo, che ha raccolto lo sfogo di Paparesta, si fa riferimento ad una problematica di carattere generale che riguarda quasi tutti i club di B, ossia quelle delle tensioni di liquidità, dovuti ai “flussi a volte anomali delle prebende della Lega”. Tuttavia, in genere, per far fronte a queste tensioni, i proprietari delle società immettono risorse proprie. Nell’articolo, si esplicita la considerazione che questo “non può essere il caso di Paparesta che milionario non è”. Inoltre, è scritto che il successo della campagna abbonamenti ha dato “ossigeno alle casse societarie”.  L’aver dato “ossigeno alle casse societarie” fa presumere l’utilizzo anche dei soldi degli abbonamenti per onorare la scadenza del 16 settembre. 

    La necessità della Serie A.

    Per rispondere, quindi, alla domanda se la promozione in  Serie A costituisca un elemento chiave della continuità aziendale del Bari, bisogna conoscere la fonte della provvista utilizzata per l’acquisto del Bari dal fallimento. Se tale provvista fosse stata costituita dai mezzi propri dei soci: “nulla quaestio”. Nel caso, invece, in cui fosse stata  costituita con l’anticipo di ricavi futuri, si aprirebbero degli scenari problematici, come la ricerca di nuovi investitori. Tenuto conto che le nuove norme impongono una gestione economica equilibrata, un eventuale indebitamento deve considerare l’attitudine dell’azienda a generare “cash”, per ripagarlo. In conclusione, sembrerebbe che la scadenza del 16 settembre sarà onorata, sia per gli incassi degli abbonamenti, ma anche perché esiste la possibilità di richiamo dei decimi non versati (stante il dato di giugno 2015). Tuttavia, per il futuro bisogna considerare quanto scritto nel comunicato ufficiale di Paparesta: “Detto questo ribadisco, come per altro fatto fin dal primo giorno, che sono sempre aperto all’ingresso di nuovi soci che possano, nell’eventualità, portare maggiore stabilità e forza economica ad una società, la nostra, che merita sempre il meglio.” 

    Luca Marotta 
    @LucaMarotta2

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