Calciomercato.com

  • Ferrante: 'Voglio un Toro senza paura, in quel 3-3 abbiamo tritato la Juve'

    Ferrante: 'Voglio un Toro senza paura, in quel 3-3 abbiamo tritato la Juve'

    • Andrea Piva
    Marco Ferrante è uno che di derby della Mole se ne intende, con la maglia del Torino ne ha giocati parecchi riuscendo più volte anche a trovare il gol. L'ex attaccante, in un'intervista rilasciata a Toro.it, ha parlato della partita tra Juventus e Torino che si giocherà sabato all'Allianz Stadium. "I giocatori banconeri dopo la batosta che hanno preso a Barcellona, hanno la partita in casa contro l’Olympiacos, la prossima settimana, in cui dovranno vincere per forza, senza più sbagliare. I bianconeri, inconsciamente, ci penseranno e il Toro da questo punto di vista ha un grosso vantaggio. Perciò i granata dovranno massacrarli sotto il profilo fisico, ma ancor di più su quello mentale, facendo capire agli avversari che quella partita per il Torino è vitale, mentre per loro no. Gli undici di Mihajlovic dovranno essere iper concentrati e non ripetere gli errori visti nella gara contro la Sampdoria".

    Ferrante ha poi parlato dei derby che lo hanno visto protagonista: "Il derby del 3-3? La società aveva imposto che io andassi in panchina perché voleva cedermi. Nell’intervallo ero in bagno e sentii qualcuno toccarmi la spalla; era Camolese che mi disse: “Marco, scaldati ed entra”. Io, come un bambino al debutto in Serie A, misi quel qualcosa in più tale da motivare anche i miei compagni. E, indipendentemente dal rigore, feci l’assist a Lucarelli e segnai un mezzo gol, quello del 3-3 (realizzato in ribattuta da Maspero dopo un miracolo di Buffon, ndr). Poi di giustificazioni sul calo della Juventus se ne sono trovate a migliaia, fatto sta che nel secondo tempo li abbiamo tritati, sotto il punto di vista fisico e mentale. Quella sfida è stata la dimostrazione che in un derby può succedere di tutto".

    Infine, Ferrante ha fatto un paragone tra gli ultimi derby e quelli da lui giocati. "Forse gli ultimi due o tre sono stati giocati decentemente, come i tifosi vogliono che siano giocati, ma durante gli altri io, dopo mezz’ora, spegnevo la televisione perché mi veniva rabbia. Perché il Toro era rinunciatario, aveva timore; quando giocavamo noi le partite erano diverse. I derby di Ventura, a parte quello vinto, erano inguardabili: sembrava mancasse proprio un po’ di amor proprio".

    Altre Notizie