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  • Ferrero: 'Montella farà grande la Samp, parlerò a Cassano, se qualcuno vuole investire...'

    Ferrero: 'Montella farà grande la Samp, parlerò a Cassano, se qualcuno vuole investire...'

    • Lorenzo Montaldo
    A tutto Massimo Ferrero. In occasione dei due anni da presidente della Sampdoria, il patron blucerchiato è intervenuto ai microfoni de La Repubblica per una lunga intervista, tra campo, mercato e futuro: "Stiamo cercando di costruire una squadra che non faccia più soffrire me e tutti i tifosi" attacca il numero uno di Corte Lambruschini. "Puntiamo a una stagione serena. L’anno scorso abbiamo sofferto tantissimo e la salute è la cosa più importante". 

    "Non c’è calcio senza tifosi, ma il tifoso è come una moglie, se non lo accontenti ti critica perché ama la squadra e i colori blucerchiati. Il tifoso della Sampdoria è bellissimo e un po’ particolare, è molto severo perché è vero, ama più la squadra di se stesso".

    Il rapporto tra la tifoseria organizzata e Ferrero non è stato idilliaco di recente; il patron spiega così le frizioni, dovute ai suio modi troppo 'appariscenti': "Il discorso è molto semplice, io sono una persona espansiva e genuina, mi diverto perché la vita ti porta a lavorare 24 ore al giorno. Se non mi diverto poi lavoro male e faccio cattivi acquisti, la squadra perde e i tifosi si arrabbiamo ancora di più. Ci metto entusiasmo e rispetto me stesso, la Sampdoria e la sua storia".

    Ferrero poi si sofferma anche a parlare del tecnico Montella e di Carlo Osti, al centro di tante voci nei giorni scorsi: "Per me Montella è un valore aggiunto alla Sampdoria. Nessuno si aspettava una stagione un po’ bizzarra, faremo tesoro dei nostri errori se errori ci sono stati. Lo seguo e lo conosco da molti anni e, se lo conosco bene, nella prossima stagione, con un po’ di fortuna, vedremo il grande Montella. Se non eravamo convinti non lo avremmo mai tenuto e Montella è un uomo del sud, di orgoglio. Alla Samp da non gradito non ci sarebbe manco stato, non è mica uno attaccato ai soldi".
    "Se cambiavo Montella e Osti ora non saremmo qui tutti a lavorare per il bene della Sampdoria -continua Ferrero-. Diciamo che ci siamo “annusati”, ci siamo capiti e tutti insieme vogliamo una bella Samp. Montella tornerà a ottenere grandi risultati e Osti continuerà a essere il nostro fuoriclasse del mercato. Trasformo quello che dite sempre voi, squadra che appassiona non si cambia!".

    Neppure Romei ha mai visto la sua posizione in bilico: "Questo rischio non c’è mai stato. Per me Antonio Romei non è solo un grande avvocato, è un fratello minore, quindi non c’è Samp senza 'Fer-romei'! Guardate che cosa stiamo facendo per il settore giovanile, con le società affiliate in Italia e presto anche all’estero, per la nuova residenza dei ragazzi, per il rifacimento del Comunale. Sono tutte sue idee".

    Ferrero si è poi concesso una battuta su Antonio Cassano e sull'ingresso di eventuali fondi di investimento nella Sampdoria: "Cassano? Gli parleremo e troveremo la soluzione migliore. Per tutti, per lui e per la Sampdoria. Fondi interessati? La Sampdoria non è la Sora Camilla e di fondi conosco solo quelli del caffè. Però se qualcuno vuole andare… a fondo, si faccia avanti, ma non dentro i bar dello sport, non sui giornali, perché le chiacchiere hanno stancato e alla fine non c’è rispetto per la Samp e per i suoi tifosi".

    Un altro personaggio molto chiaccherato legato al mondo Samp è Edoardo Garrone. Secondo Ferrero, ormai lontano dall'ambiente blucerchiato: "Vi do un consiglio, lasciate in pace Garrone. È una persona gentile che ha dato tanto alla Sampdoria, lui ha fatto la storia ma ha lasciato la scena. Lo stimo molto e mi piacerebbe tanto averlo allo stadio con me, è un sampdoriano doc ma è sempre impegnato nel lavoro".

    Per il futuro, Ferrero sogna uno stadio 'all'inglese e l'abolizione della tessera del tifoso: "Lo stadio lo abbiamo preso, manca solo qualche passo formale. Vorrei un Marassi ancora più all’inglese, senza barriere. Già il fatto di aver investito per un campo da gioco finalmente come si deve mi riempie d’orgoglio. Lo dico sempre, voglio un calcio senza violenza, con tutte le tifoserie che possono andare nelle trasferte delle loro squadre. Parlo sempre con le istituzioni di questo problema -conclude il patron doriano- per abolire la tessera del tifoso, far ritornare al calcio italiano il sorriso della felicità e delle famiglie".

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