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  • Fifagate, questo sconosciuto: tutte le strade portano in Qatar - 1a puntata

    Fifagate, questo sconosciuto: tutte le strade portano in Qatar - 1a puntata

    • Pippo Russo
    Un match fra Argentina e Brasile è sempre un evento di lusso, e lo fu anche quella sera del 17 novembre 2010 a dispetto della location eccentrica. Si giocava a Doha, Qatar. E forse anche il contesto contribuì a rendere noiosa la partita, che venne risolta da un gol di Lionel Messi al 92'. Finì 1-0, e quello fu il primo gol messo a segno dal fuoriclasse argentino contro la nazionale brasiliana, dopo che i quattro tentativi precedenti erano andati a vuoto. Fu questa la principale nota di cronaca di un match altrimenti non memorabile, e fra le altre si segnala la presenza in campo di un giovanissimo Neymar. 

    Ebbene, nel corso del tempo abbiamo saputo che quell'amichevole è stata una mera finzione. Non perché sia stata finta la partita (che certo, in termini agonistici, fu poca cosa), ma perché essa venne organizzata soltanto allo scopo di ingraziarsi, pagando denaro pesante, le due potenti federazioni sudamericane in vista dell'assegnazione al Qatar dei mondiali 2022. Un'assegnazione che sarebbe avvenuta a Zurigo 15 giorni dopo, il 2 dicembre 2010. Allorché il Comitato Esecutivo della Fifa presieduta da Joseph Blatter assegnò anche il mondiale 2018 alla Russia. 

    La storia di quel match amichevole, già raccontata da David Conn per il Guardian nel 2015, è stata recuperata dal sito francese d'informazione Mediapart. La testata ha raccontato dell'ennesimo filone d'inchiesta che partendo dalle vicende calcistiche porta verso la destinazione di sempre: il Qatar. Il piccolo emirato che, come abbiamo raccontato in passato, ha lanciato un'OPA sul calcio mondiale, ma che al tempo stesso deve fare i conti col crescente interesse da parte delle polizie e delle magistrature di diversi paesi. 

    L'ultimo filone d'inchiesta che riguarda i traffici qatarioti attorno al calcio è alimentato da un'iniziativa congiunta fra le magistrature brasiliana e svizzera, che hanno chiesto aiuto al Parquet Nacional Financier francese per ricostruire il percorso di alcuni passaggi di denaro. L'attenzione, riferisce Mediapart, è concentrata sul Credit Mutuel, e in particolare su una filiale monegasca che faceva parte della sua rete di servizi fino al 2013. La filiale faceva parte del gruppo Pasche, successivamente rilevata dal gruppo Haviland. Ma due anni prima che questo passaggio avvenisse, nello sportello bancario del Principato è arrivato un bonifico da 22 milioni di dollari. È accaduto un giorno di gennaio 2011. Cioè un mese dopo il voto con cui l'Esecutivo Fifa assegnava i Mondiali 2022 al Qatar. 

    Il beneficiario del trasferimento di denaro è stato il signor Ricardo Teixeira. Ex presidente della federcalcio brasiliana. Ex genero di Joao Havelange (a sua volta ex presidente della Fifa). Ex potente del calcio mondiale. Nella ricostruzione fatta dagli inquirenti brasiliani e elvetici, questo ex tutto sarebbe un personaggio-chiave della vasta manovra di corruzione che ha portato a assegnare i Mondiali 2022 al Qatar. È questo il motivo di un obolo così generoso, e qui sta la ragione per cui si cerca di vedere chiaro nelle carte della piccola banca monegasca allora sotto il controllo del Credit Mutuel

    Ma in questa storia di denaro che viaggia in modo disinvolto dall'emirato, Ricardo Teixeira non è il solo personaggio coinvolto e nemmeno il più importante. Quello su cui si concentra maggiormente l'attenzione di Mediapart, e dell'opinione pubblica francese, si chiama Ghanim bin Saad-Al Saad. Che è a capo del Ghanim bin Saad-Al Saad & Sons Group (GSSG). Cioè il soggetto organizzatore dell'amichevole fra Argentina e Brasile, finanziata con 8,6 milioni di dollari. Di quella cifra, secondo quanto ricostrusce l'articolo del Guardian (del quale ci si occuperà nei prossimi giorni), 5,5 milioni sono stati destinati a società d'intermediari riconducibili alle federazioni argentina e brasiliana. Il ruolo di soggetto pagatore ricoperto dal GSSG non si ferma al finanziamento dell'amichevole di lusso. Proverrebbero da quella fonte anche i 22 milioni di dollari pagati a Teixeira. 

    Ma chi è il signor Ghanim bin Saad-Al Saad? Si tratta di un personaggio importante e influente nella mappa del potere finanziario qatariota. Uomo di fiducia degli emiri, tanto da essere stato per anni a capo di un fondo sovrano, il Qatari Diar. A partire da questo ruolo, egli ha condotto nel 2010 l'acquisizione del 5% di Veolia, colosso globale francese dei servizi in rete e ambientali, d'origine statale e quotato in Borsa. Attorno all'acquisizione di quel 5% si sono addensati molti sospetti, soprattutto in merito alle profumate commissioni pagate per la realizzazione dell'affare. 

    Ben 182 milioni di dollari pagati per intermediazioni varie, distribuiti lungo tre filoni che portano in Malaysia, a Cipro e a Singapore. Riguardo a quest'ultimo approdo, una società singaporiana denominata Suria ha incassato 45 milioni per intermedizione. E risulta che a gestire Suria fosse un uomo di fiducia dello stesso Ghanim. Che adesso si occupa prevalentemente dei suoi affari, forse perché nel frattempo ha "curato" abbastanza gli interessi dell'emirato. Ma il suo passato rimane pieno d'interrogativi, e molti fra questi sono legati alla scalata dell'emirato verso il potere del calcio globale. Altre ombre che si proiettano sulla tossica vicenda del Fifagate, ma di cui in Italia si insiste a non parlare. Noi invece ne parliamo, e continueremo a farlo a partire dai prossimi giorni.

    (1. continua...)
     

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