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  • Fiorentina Primavera: ecco perché è obbligata a vincere

    Fiorentina Primavera: ecco perché è obbligata a vincere

    • Luca Cellini

    Quando i tecnici di molte squadre importanti che partecipano alla Viareggio Cup hanno visto che nella lista ufficiale dei giocatori utilizzabili la Fiorentina aveva inserito anche Matija Nastasic, qualche sorriso maligno è scappato. La scelta di mettere a disposizione del tecnico Leonardo Semplici il difensore arrivato la scorsa estate dal Partizan Belgrado, diventato da due mesi titolare in prima squadra, come pure Camporese, Salifu e Zohore, sembrava ricalcare quello slogan pubblicitario... ti piace vincere facile? Ecco perché è giusto dire che la Fiorentina Primavera, alla luce delle importanti presenze nella sua rosa, ma anche per i pesanti investimenti fatti per l'acquisto di tali giocatori (soprattutto quelli stranieri), è obbligata quest'anno a vincere il torneo.

    Troppo ampio il divario economico fra i viola e altre formazioni italiane qualificatesi per gli ottavi, come ad esempio Genoa e Sampdoria. Per non parlare delle 'povere' Rappresentativa di serie D e Nordsjaelland. Anche a livello di età, la prima squadra del settore giovanile gigliato ha la più vecchia rosa del torneo, con elementi che forse sarebbe stato meglio mandare a giocare con continuità in campionati professionistici, come il '91 Acosty o il '92 Rozzio, quest'ultimo l'anno scorso titolare in Lega Pro. Alberto De Rossi si è goduto in tv il suo Piscitella con la prima squadra di Luis Enrique, e ha volentieri rinunciato a Viviani, che ha esordito contro la Juve ed è sempre almeno in panchina tra i big giallorossi. Alberto Bollini ha parlato di 'scudetto' già conquistato dalla sua Lazio perché Rozzi ha esordito contro il Milan, mentre Zampa è stato al fianco di Reja nel successo in rimonta con il Cesena quattro giorni fa. Mino Favini, responsabile da anni del settore giovanile dell'Atalanta, la pensa come Bollini: i veri scudetti per un club sono quei giocatori che dalla Primavera riescono ad affermarsi stabilmente in prima squadra.

    Non la pensa allo stesso modo Pantaleo Corvino, che con orgoglio e presunzione ama elencare i suoi successi, soprattutto quelli colti come responsabile del settore giovanile. Solo che stavolta questa scelta di 'esagerare' con i vari Nastasic, Camporese e tanti altri, sembra proprio un tentativo di legittimare il proprio lavoro agli occhi di una proprietà che evidentemente si aspetta una svolta anche e soprattutto dalla prima squadra, prima di fargli firmare il rinnovo di contratto, in scadenza nel prossimo giugno.

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