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  • Fiorentina: Negredo o Osvaldo se parte Jovetic

    Fiorentina: Negredo o Osvaldo se parte Jovetic

    La squadra italiana più vista nel Paese della Liga, scrive la Gazzetta dello Sport, è  la Fiorentina. Nemmeno Juve, Napoli e Milan incollano alla tv altrettanti appassionati spagnoli e addetti ai lavori oltre che calciatori stessi. E’ proprio lì che i viola stanno cercando rinforzi. Dal giro dei monitorati esce Tino Costa, scrive la rosea, per via di relazioni su un carattere troppo focoso mentre è confermata la pista Negredo del Siviglia. Nella prossima campagna acquisti la viola cercherà un difensore, un centrocampista, un jolly dalle caratteristiche offensive, un attaccante. Colpi coperti con l'autofinanziamento, cioè portati dentro facendo prima un po' di cassa: l'uscita di Jo-Jo (Juve-City-Chelsea, da non considerare altre piste), da sola, coprirà parte degli acquisti.

    ‘The dark side of the moon’, il lato oscuro della luna, è uno dei dischi-leggenda dei Pink Floyd. I numeri uno del rock, con i Rolling Stone, per Pablo Daniel Osvaldo. Il lato oscuro della luna è anche, un po’, la metafora della sua carriera. I cartellini rossi, lo schiaffo a Lamela, gli attriti con Zeman e qualche dirigente, una città che lo ha prima eletto a nuovo Batistuta e ora si spacca a metà, fischiandolo dopo una tripletta. Osvaldo sa essere luna nera e sole accecante. Segna tre gol e sfida i tifosi facendogli le ‘orecchie’ e mostrando il nome sulla maglia.

    Confonde e divide, sprigionando classe e intemperanze. Lui è così, prendere o lasciare. Osvaldo è il centravanti ideale a prescindere. Fortissimo. Con istruzioni per l’uso complicate, certo, ma uno di quelli che farebbero la fortuna di ogni allenatore. Figuriamoci della Fiorentina, che affresca calcio montelliano passando per il tocco morbido, la tecnica, il palleggio e il fraseggio stretto come un giro di chitarra di David Gilmour. Osvaldo è il pezzo mancante nel puzzle viola, pare nato per giocare nella squadra di Montella. E Daniele Pradè, uno che di calciatori se ne intende, non nasconde l’ ammirazione per il giocatore. A lui pensa eccome ma, per ora, è solo un pensiero intenso, che a breve potrebbe far rima con trattativa.

    La Fiorentina e Osvaldo, un’amore consumato velocemente per chi, è la sua storia, non sa indossare per più di due anni la stessa maglia. A Roma la dirittura d’arrivo sembra scritta con il derby di coppa Italia. Si dice: i numeri gli danno ragione, 19 gol in stagione compresa la nazionale. Chi lo attacca alza il sopracciglio: sì, come Denis dell’Atalanta e Pazzini il panchinaro. Ma c’è chi ricorda che mai Osvaldo aveva segnato così tanto, che uno così si gestisce e non si vende, come fu per Tevez al City. La Fiorentina lo abbraccerebbe e lui ha il cuore nella tormenta. Un giorno vorrebbe restare a Roma a vita, il giorno dopo lo contestano e se ne vorrebbe andare. Logico per uno che ha il sangue rock nelle vene. Osvaldo, dovesse andar via, è affascinato dalla Premier (Tottenham e Arsenal potrebbero farsi avanti) e a lui pensa il Napoli per il dopo Cavani, ma a Firenze, dove vivono due dei suoi tre figli, tornerebbe: gli piace il calcio offensivo di Montella. Le variabili, per un possibile (probabile?) matrimonio sono diverse. Innanzitutto, Jovetic. Se andrà via, si libererà una casella nel puzzle viola. E lì l’idea Osvaldo — costo sui 18 milioni — potrebbe (dovrebbe?) decollare. Senza contare la terza via, un ‘mister X’ che Pradè potrebbe tirare fuori dal cilindro.


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