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  • Fiorentina, cambia l'attacco. E Ljajic?

    Fiorentina, cambia l'attacco. E Ljajic?

    • Luca Cellini

    C'erano una volta Gilardino, Mutu, Jovetic, Osvaldo e Pazzini, anno domini 2008-2009. Poi arrivò il calciomercato invernale e in un batter di ciglia il parco attaccanti della Fiorentina si assottigliò di due unità, per meri interessi economici del club, che soltanto l'estate precedente aveva speso circa 50 milioni di euro e necessitava di 'rientrare' in maniera cospicua, sacrificando un'annata in cui i viola, allora guidati da Cesare Prandelli, ancora lottavano in (e per la) Champions League. Chi mai avrebbe pensato, tuttavia, che soltanto due anni e mezzo dopo i gigliati si sarebbero ridotti a giocare in una partita (quella a Cagliari, nello specifico) con i soli Ljajic e Lazzari in attacco? Eppure quando non solo gestisci male gli attaccanti a tua disposizione, ma sbagli praticamente tutti gli investimenti di mercato, non ti devi stupire. E così, come in una montagna russa che procura solo mal di pancia, da Firenze sono passati atleti a fine ciclo, vedi Amauri, o perfetti carneadi utili solo per le rubriche speciali della Gialappa's band, come Keirrison e Santiago Silva. Tanto che Delio Rossi, conosciuto in tutta Italia per il suo gioco offensivo, si è ritrovato dopo gennaio scorso a gestire un parco attaccanti ridotto all'osso.

    Serve un attaccante moderno? Ecco Amauri, che non segna da quasi un anno, è fermo da sei, e sembra aver scelto piazza della Signoria come semplice meta di passaggio. Occorrono punte veloci? Ecco che spariscono nel giro di 48 ore prima Silva e poi Babacar, quest'ultimo spacciato in estate come vice Gilardino, salvo poi vendere anche quest'ultimo - e visto come vanno le cose nel Genoa... menomale, ma troppo tardi - perché all'attaccante biellese 'si è spenta la luce'. Ancora quattro partite, una salvezza da conquistare definitivamente, e poi Delio Rossi, se sarà riconfermato sulla panchina viola, si siederà al tavolo con i propri dirigenti. Ma stavolta non farà l'aziendalista, come è accaduto nello scorso mercato invernale. Degli attuali attaccanti della Fiorentina rimarrà al 100% il solo Stevan Jovetic, mentre sono altrettanto certe le partenze di Amauri e Cerci.
     
    Il primo si è fatto fuori praticamente da solo: a credere alla sua resurrezione c'era solo Pantaleo Corvino, che gli voleva far firmare un contratto, tre mesi fa, di altri tre anni (e menomale che l'italo-brasiliano non era d'accordo). Il secondo, una delle famose 'gatte morte', per il tecnico viola è un elemento su cui non investire, sia per il suo rendimento altalenante, sia perché per non è funzionale al suo modo di proporre calcio, specie nella fase di non possesso. E così la prossima estate si andrà alla ricerca di un elemento come Mattia Destro (se ne parlerà con il Genoa per la risoluzione della comprietà di Kharja). Ma la vera incognita rimane Adem Ljajic. Il serbo due mesi fa era lontanissimo da Delio Rossi, che spesso lo ha anche mandato in tribuna. La volontà sarebbe a questo punto di fare dell'ex Partizan Belgrado uno dei due trequartisti da far giocare nel 4-3-2-1 dell'anno prossimo. Ma Ljajic ha chiesto garanzie di utilizzo, ed è assai corteggiato dal calcio inglese. Una cosa è certa: il classe '91 ha già rifiutato proposte di cessione in prestito. Nel caso lasciasse Firenze lo farebbe solo a titolo definitivo. Decisive le ultime giornate di campionato, dove, senza Amauri, Ljajic sarà semplicemente padrone del proprio destino in viola.

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