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  • Fiorentina:| Cambiano i moduli, ma...

    Fiorentina:| Cambiano i moduli, ma...

    • L.C.

    Sarà anche 'un'invenzione giornalistica', come l'ha definita Delio Rossi venerdì pomeriggio, ma la questione del modulo resta di grande attualità in casa Fiorentina. Il 4-4-2 di sabato a San Siro, d'altra parte, non ha affatto convinto e non ha dato i risultati sperati, anche se le assenze di Montolivo e Jovetic hanno avuto un peso fondamentale costringendo Rossi a schierare un centrocampo senza qualità. Fatto sta che in questi primi tre mesi e mezzo di campionato sono già stati tre i moduli utilizzati dagli allenatori della Fiorentina. E non è detto che ci si fermi qui.

    IL 4-3-3 DI MIHAJLOVIC - Dopo un inizio col 4-2-3-1 di eredità prandelliana e tranne rare eccezioni, Sinisa ha sempre creduto nel 4-3-3. Uno schieramento che, al di là delle apparenze, raramente ha garantito gol e spettacolo. La filosofia di gioco di Mihajlovic prevedeva infatti un centrocampo muscolare in grado di interrompere l'azione avversaria sul nascere per imbeccare le punte. Per questo, in nome della rinuncia alla qualità, la Fiorentina ha lasciato andare D'Agostino sostituendolo con giocatori come Munari e Lazzari. Ma se questo schieramento con due ali e un centravanti è riuscito a valorizzare un giocatore come Cerci, l'altra faccia della medaglia era rappresentata dall'eresia tattica che relegava il talento cristallino di Jovetic sulla fascia sinistra.

    IL ROMBO DI DELIO - Perciò, la prima mossa di Delio Rossi sulla panchina della Fiorentina è stata riportare Jo-Jo nell'area di rigore, a fianco di Gilardino. Fin dalla partita con la Rondinella e poi per le prime quattro gare ufficiali, il modulo di Rossi è stato un 4-3-1-2 con centrocampo a rombo: un regista vertice basso (Montolivo), due mezzali (Vargas e Behrami) e un trequartista come Lazzari che sapesse fare entrambe le fasi, in modo da aiutare il centrocampo e fare da raccordo col reparto offensivo. Contro Milan, Palermo e Roma però Lazzari ha mostrato notevoli limiti a svolgere il compito che gli veniva richiesto, e così Rossi nell'intervallo della partita con i giallorossi lo ha riportato sulla linea dei centrocampisti.

    IL PASSAGGIO AL 4-4-2 - Nel secondo tempo di Fiorentina-Roma e sabato sera nella gara con l'Inter, quindi, la Fiorentina si è schierata col più classico dei moduli, il 4-4-2. Un centrocampo in linea che ha fatto vedere buone cose contro la Roma e che ha riportato Vargas sulla fascia sinistra, senza più (eccessivi) compiti di copertura. Il problema, come detto, è emerso nel momento in cui Delio Rossi ha dovuto rinunciare per infortunio a Riccardo Montolivo: sabato con l'Inter il centrocampo viola ha infatti pagato la totale mancanza di qualità in mediana, dal momento che al centro c'erano Behrami e Lazzari e a destra agiva Munari. Inoltre il forfait di Jovetic ha regalato una ghiotta chance a Ljajic, che però non è affatto riuscito a incidere nel ruolo di seconda punta.

    IL FUTURO - Ma la Fiorentina è ancora un cantiere aperto, e Delio Rossi lo sa. Per questo, adesso che il tour-de-force (Milan, Palermo, Roma e Inter) si è concluso, si può pensare anche a nuove soluzioni. In modo, magari, da rilanciare anche quel Cerci che altrimenti rischia di finire ai margini della squadra e di tornare sul mercato. Già, il mercato. Nel summit di domani pomeriggio con i Della Valle e Corvino, Rossi esporrà le sue idee e le sue richieste. L'obiettivo, oltre al sostituto di Montolivo (in vista di gennaio o giugno), sarà portare a Firenze un trequartista: e allora, forse, si potrà davvero lavorare sul 4-3-2-1, l'albero di Natale, in grado un domani di garantire quei gol e quello spettacolo che i tifosi viola invocano da tempo.

    (Il Nuovo Corriere di Firenze)

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