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  • Fiorentina, l'ex Maraschi: 'Con la Juve il doppio centravanti'
Fiorentina, l'ex Maraschi: 'Con la Juve il doppio centravanti'

Fiorentina, l'ex Maraschi: 'Con la Juve il doppio centravanti'

  • L.C.
Momento di grande intensità per la stagione viola. Da un lato la rincorsa in campionato, dall’altro il ritorno degli ottavi di finale di Europa League contro la Juventus. Sullo sfondo una finale di Coppa Italia da disputare nel mese di maggio, appuntamento che definirà il bilancio della stagione. Per la nostra rubrica, Fiorentina Amore Mio, il settimanale il Brivido sportivo ha intervistato Mario Maraschi, bomber viola tra il 1967 ed il 1970. Con in suoi 14 gol, nella stagione ‘68/’69, la Fiorentina ha vinto il secondo - ed ultimo per ora - Scudetto della sua storia.
Maraschi, come giudica il periodo della Fiorentina?
«La squadra non gioca male, anche se è un po’ sfortunata. Io sono veramente fiducioso per questa parte finale della stagione. Certo, l’assenza di Pepito Rossi si sta facendo sentire adesso più che nelle scorse settimane, ma da allenatore mi piacerebbe dare un suggerimento a Montella…».
Prego.
«Vorrei vedere Gomez e Matri in campo contemporaneamente, secondo me sono due giocatori che si completano e possono veramente far male alle difese avversarie. La squadra non deve stare bassa com’è accaduto in alcune partite, con due punte là davanti potrebbe alzarne il baricentro. Dico, inoltre, che Ambrosini è un giocatore fondamentale per il mio modo di vedere il calcio. Lui deve giocare, così come Pizarro. Anche se il cileno deve stare attento a non perdere palla in zone del campo pericolose».
La Juventus suscita in lei qualche ricordo particolare?
«Ricordo benissimo le sfide contro i bianconeri. Avevamo un legame particolare con i nostri tifosi che ci seguivano ovunque con sciarpe a bandiere. Contro la Juventus era sempre una grande emozione per la rivalità fra le due tifoserie».
E nel ‘68/’69 siete andati a vincere lo Scudetto proprio a Torino…
«Eh già, come dimenticarlo. In quella partita feci un gol e mezzo. Il primo me lo ‘soffiò’ Chiarugi con un tocco di punta mentre stavo calciando in porta. Poi dopo si fece perdonare e mi dette una gran palla per il gol del raddoppio. A ricordare quei momenti, ancora oggi, provo una grande emozione».
Torniamo al presente. Giuseppe Rossi sta bruciando le tappe per tornare in campo il prima possibile. Che suggerimento può dare a Pepito?
«Giuseppe deve stare attento, lo dico per esperienza personale. Io mi sono lesionato i legamenti del ginocchio e non mi sono curato come avrei dovuto. Giocavo con dei dolori e alla fine mi ruppi in maniera definitiva. Deve tornare in campo solo quando si sentirà al cento per cento».
A maggio ci sarà la finale di Coppa Italia contro il Napoli. In quell’occasione potrebbe esserci anche lui…
«Si, maggio è ancora lontano ed è bene che sia così. Per questa finale ho tanta fiducia perché potremmo davvero avere la squadra al completo, come non abbiamo mai avuto. A Moena, la scorsa estate, ho visto come si allenava la squadra e dissi che secondo me poteva ambire allo Scudetto. Poi è successo tutto quello che sappiamo, ma la Coppa Italia possiamo davvero vincerla. Io ci spero».

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