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  • Fiorentina-Lazio: parla il doppio ex Delio Rossi

    Fiorentina-Lazio: parla il doppio ex Delio Rossi

    • L.C.
    «C'è un bel proverbio indiano che dice: prima di dare un giudizio su una persona devi camminare due giorni con i suoi mocassini». Lo disse Delio Rossi, dopo quella litigata con Ljajic e l’addio alla Fiorentina. I mocassini viola li ha indossati, anche se per soli sei mesi, fino al maggio 2012. Quelli biancocelesti, invece, ben più a lungo. Quattro stagioni, dal 2005 al 2009, sul cammino l’avventura in Champions e la vittoria della Coppa Italia. Domenica il passato bussa alla porta del tecnico di Rimini, che presenta la sfida del Franchi.
    Questa Lazio è quanto di più vicino ci sia alla sua?
    «Gioca un calcio propositivo, anche se è ancora alla ricerca degli equilibri.- ha raccontato Delio Rossi al quotidiano Il Tempo - Purtroppo è stata anche sfortunata, al di là dei risultati, a perdere Gentiletti. Con lui aveva colmato quella lacuna difensiva che c’era da anni».
    Cosa manca per ambire alla Champions, come con lei in panchina?
    «La società si è mossa bene, per le sue possibilità, e ha allestito una squadra che può competere con le altre. Escluse Juventus e Roma, credo abbia le possibilità di giocarsi il terzo posto. Anche se il Napoli è un filo sopra le altre per la Champions».
    È il caso di tenere i piedi per terra e riprendersi l’Europa League?
    «Meglio tenere un profilo basso e non vendere qualcosa che non si ha. Però deve comunque crederci fermamente. Le dirette concorrenti - quindi Inter, Milan e Fiorentina - non mi sembrano superiori alla Lazio, che oltretutto ha solo il campionato su cui concentrarsi».
    Consiglierebbe a Pioli il ritorno di Radu al centro della difesa?
    «Fu acquistato come difensore centrale e con me giocò in quel ruolo. Ha le caratteristiche tecniche per farlo, ma ormai è abituato a giocare sulla fascia, ci vorrebbe un po’ di tempo per adattarsi. La difesa a tre potrebbe essere una soluzione, ma significherebbe - per Pioli e la squadra - rinnegare tutto il lavoro fatto finora».
    Le esclusioni di Keita, un caso o scelta tecnica?
    «L’ho visto giocare e ha un talento sopra la media. Nessun tecnico si priverebbe di un giocatore così forte solo per dispetto, ma adesso Pioli sembra fidarsi più di altri che di lui. Magari pretende di più dal ragazzo e questo è un modo per stimolarlo».
    Rapporto tecnico-presidente, meglio avere a che fare con Lotito o Della Valle?
    «Ognuno ha il suo modo di porsi e di comportarsi, sono completamente diversi. Come persone, ma anche come presidenti nel gestire le loro società».
    Genio e sregolatezza, più facile domare Zarate o Ljajic?
    «Non c’è stato bisogno di domarli, sono due ragazzi apposto. Certamente erano giovani, e si sa che - quando si è giovani - si commettono delle fesserie».
    Tra Lazio e Fiorentina chi è più vicina alla quadratura del cerchio?
    «Montella in panchina da due anni è un bel vantaggio. E Cuadrado muove gli equilibri dei viola. In questo momento la Fiorentina è più rodata, nonostante finora gli sia mancato peso  in attacco, soprattutto per l’assenza fondamentale di Rossi. Ma la squadra di Pioli comunque non è da meno».
    La Lazio può vincere se...
    «Tiene alto il ritmo della partita, senza deconcentrarsi nell’arco dei novanta minuti, e se la squadra seguirà le giuste direttive».
    La Fiorentina invece se...
    «Interpreta al meglio il suo gioco, come nella vittoria con l’Inter. Allora potrà essere quella squadra vista negli anni passati».

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