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  • Fiorentina, manca solo la bi-zona...

    Fiorentina, manca solo la bi-zona...

    • Luca Cellini

    'Cos'è la bi-zona? La strada più veloce per scendere di nuovo in serie B'. La domanda provocatoria di un giornalista de La Gazzetta dello sport ad Oronzo Canà, nel celebre film 'L'allenatore del pallone', è forse una delle battute più fulminanti di quella pellicola. E chissà se Delio Rossi, per evitare la retrocessione della sua Fiorentina, finita in piena lotta per la salvezza dopo la sconfitta di domenica scorsa contro la Lazio, ha anche pensato all'attuazione del famoso schema applicato alla Longobarda. Forse no, perché cinque attaccanti non ci sono neanche andandoli a cercare nella formazione Primavera, e questo di fatto esclude una delle pochissime soluzioni tattiche non provate da Rossi nei suoi tre mesi di gestione.

    Arrivato a Firenze pensando di non stravolgere troppo il lavoro - seppur fallimentare sul piano del gioco e dei risultati - del suo predecessore Sinisa Mihajlovic, ben presto l'ex tecnico di Palermo e Lazio ha modificato il suo schema prima in un 4-4-2 classico, con Gilardino affiancato da Jovetic, e poi in un 3-5-2, sperimentato per la prima volta nel secondo tempo contro il Siena. Poco dopo a Gila 'gli si è spenta la luce', e ha scelto di passare al Genoa; in contemporanea si è deciso per la cessione di Santiago Silva, svuotando talmente tanto il parco attaccanti viola, tant'è che stante l'assenza per infortunio di Jovetic e un mercato gestito in piena difficoltà dal d.s. Pantaleo Corvino, a Cagliari come unica punta è stato schierato Adem Ljajic, in un improbabile 3-6-1, inedito per il calcio italiano.

    Strano che Rossi, allievo di Zeman al Foggia, un tecnico che ha sempre fatto dell'attacco il suo punto di forza, venisse privato proprio di quei giocatori utili per attuale il suo modus operandi. Nelle ultime ore del calciomercato di riparazione sono poi giunti nell'ordine Amauri, fermo da oltre sei mesi e con quasi un anno di partite alle spalle senza segnare, e un attaccante classe '94, carneade del calcio italiano, il danese di origine ivoriana Zohore. Hai voglia a provare schemi e situazioni tattiche quando devi barcamenarti fra infortuni, assenze e punte che sono a digiuno di gol da tempo immemore. E così il primo stop di Amauri, alla vigilia della sfida contro la Lazio, ha riproposto una Fiorentina di nuovo senza prime punte.

    Ne è conseguenza l'imbarazzante prova offensiva di domenica scorsa: 'il nulla' fra Jovetic, Ljajic e Cerci, tanto che negli ultimi minuti il giocatore più offensivo all'Olimpico è sembrato essere De Silvestri, non certo un attaccante. In attesa di sapere se almeno l'italo-brasiliano per la sfida contro il Cesena potrà essere recuperato, e facendo benedire Jovetic, autore di dodici gol dopo un anno di stop, è giusto dire che qualsiasi schema sceglierà Delio Rossi da qui a fine campionato, bisognerà parlare di miracolo in caso di salvezza. Non esiste infatti un parco attaccanti così sguarnito in nessun club professionistico. Speriamo che le analogie con quanto avvenuto un anno fa a Genova, sponda Sampdoria, si fermino qui. Visto come è finita a Cavasin e alla sua squadra, giusto sgombrare il prima possibile i 'cattivi pensieri'.

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