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  • Fiorentina, Mencucci:| 'È un gioco al massacro'

    Fiorentina, Mencucci:| 'È un gioco al massacro'

    • Luca Cellini

    L'amministratore delegato della Fiorentina Sandro Mencucci, ospite ai microfoni di Lady Radio, è tornato a parlare della contestazione che domenica scorsa, nel corso del match contro il Brescia, ha toccato la famiglia Della Valle. 'Se uno fa un bilancio corretto, serio, di questi anni, non può essere che positivo. La società ha speso per questa squadra duecento milioni di euro; quindi, pur nella libera critica, non è bello sentire una parte della tifoseria che usa la maleducazione per offendere la proprietà. I Della Valle vogliono un bene dell'anima a questa Fiorentina. C'è rammarico da parte di Andrea Della Valle: lui non ha sentito direttamente questi cori, per la prima volta ho omesso di raccontare quello che è successo alla famiglia Della Valle, purtroppo ci hanno pensato i giornalisti'.

    'Sono rimasto immobile sul 2-2 domenica scorsa, perchè la consideravo una sconfitta - ha aggiunto l'amministratore delegato viola -. Sul 3-2 invece forse mi sono lasciato troppo andare. Tutti abbiamo fatto tanto per questa squadra, dai tifosi, alla proprietà, in momenti difficili, specie nell'anno maledetto di Calciopoli. Siamo venuti fuori insieme dai momenti duri. Oggi a dividerci facciamo il gioco degli avversari. La stagione non sta andando in linea con le aspettative ed è partito questo gioco al massacro, specie con le spaccature della curva. Se a ciò aggiungiamo casi come quelli di Mutu, ecco che la situazione si complica. Forse in passato abbiamo sbagliato alcuni acquisti, ma l'impegno di oggi è maggiore del passato, perchè se le cose vanno male, uno ci mette più determinazione per tornare alle belle cose fatte in passato. La politica dell'autofinanziamento non va vista come disimpegno, perchè l'impegno di un club non si valuta in positivo solo se si spendono soldi. Sarei miope se non vedessi l'allontanamento da parte di tanti tifosi dallo stadio. Fino all'anno scorso avevamo una media a partita di 33mila spettatori, ed oggi è di 22mila, dunque abbiamo perso circa undicimila tifosi a gara. E' vero che c'è il provvedimento della Tessera del tifoso, cui molti non hanno voluto aderire: rispetto la loro scelta, cosa che invece loro non hanno fatto nei miei confronti, contestandomi, ma gli undicimila che mancano non sono i 'non tesserati'. E' un'annata difficile, non ce ne va una diritta e ci tocca anche comprare un terzo portiere, lasciando perdere le vicende Mutu, gli infortuni di Jovetic, Frey e Vargas. Dobbiamo cercare di finire questa stagione, arrivare a questi benedetti quaranta punti e, visto che già ho attraversato stagioni difficili, finire l'annata indenni e poi riprogrammare per il futuro prendendo esempio dagli errori del passato. Sarei sciocco se dicessi che non abbiamo fatto errori, ma non c'è stata negligenza o malafede nel farli'.

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