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  • Fiorentina-Nazionali: aveva ragione Corvino?

    Fiorentina-Nazionali: aveva ragione Corvino?

    • Luca Cellini

    L'ultimo caso porta il nome di Alessio Cerci, giunto per la sua prima volta a Coverciano lunedì scorso, e con qualche chance di scendere in campo, anche solo per pochi minuti, domani sera a Ginevra contro il Brasile. E' una vera e propria maledizione: i giocatori che passano da Firenze finiscono sempre per avere un rapporto strano con la propria Nazionale, salvo recuperarlo una volta lasciata la maglia viola. Viene quasi da dare ragione (provocatoriamente) all'ex d.s. Pantaleo Corvino, che in uno degli ultimi giorni dell'agosto 2011, nel presentare Mattia Cassani alla stampa, disse: 'Vi presento un ottimo giocatore, che sicuramente farà comodo alla Fiorentina, che fa parte del giro degli azzurri, anche se chi viene da noi non viene più convocato...'. Erano i giorni delle polemiche ancora accese fra Prandelli e Corvino, in cui quest'ultimo ci teneva a sottolineare ogni cosa negativa del c.t. della Nazionale pur di metterlo in cattiva luce.

    Sta di fatto che la convocazione dell'esterno destro del Torino, proprio pochi mesi dopo la sua cessione in comproprietà al club granata, e la mancata chiamata di Manuel Pasqual, a giudizio di tutti il miglior esterno sinistro difensivo che sta esprimendo il campionato, qualche cattivo pensiero lo lascia. Il c.t. azzurro ha giustificato l'assenza dell'ex Arezzo dicendo che gioca 'venti-trenta metri più avanti di quanto vorrei io che giocasse un terzino sinistro. E poi la chiamata di altri giocatori (Antonelli e De Sciglio, ndr) è fatta anche per un discorso anagrafico'. Tuttavia il capitano viola meritava un riconoscimento sia per il suo rendimento che per il fatto di essere l'emblema di uno spogliatoio tornato 'pulito' e professionalmente impeccabile. Fa rabbia pensare che dei 27 convocati per la doppia sfida contro Brasile e Malta ci siano Alberto Gilardino, quello che a Firenze si diceva avesse 'la luce spenta', Giorgio Chiellini, passato in maglia viola nello sfortunato primo anno di ritorno in serie A, Christian Maggio, che con la casacca gigliata si diceva non sapesse difendere, o Pablo Daniel Osvaldo, uno che sotto la Fiesole era solo una riserva.

    Tralasciando la Nazionale italiana - 'persa' si spera momentaneamente anche da Emiliano Viviano in favore di Federico Marchetti -, va detto che negli ultimi anni quando un giocatore veste la maglia della Fiorentina deve mettere in conto di avere un rapporto non idilliaco con il proprio c.t.. Lo sa bene Sebastien Frey, che rinunciò alla Francia perché secondo Domenech di sbagliato aveva il proprio zodiacale, o Adem Ljajic, che pur essendo tornato a segnare con continuità e a fare prestazioni di alto livello non ha chiesto scusa all'ex mister gigliato Sinisa Mihajlovic per non aver cantato l'inno serbo in un match del maggio 2012. E che dire di Borja Valero, uno che se fosse della Papua Nuova Guinea come della Germania vestirebbe i colori della squadra delle propria patria, ma è spagnolo, e non puoi niente contro Xavi e Iniesta. Certo, Vincenzo Montella non è mica dispiaciuto del fatto di poter allenare tutti i giorni, anche in questo periodo di pausa del campionato, l'ex centrocampista del Villarreal, specie se si pensa che ad esempio Mati Fernandez ha recentemente rimediato un nuovo infortunio con il suo Cile, e che Cuadrado, bene che vada, tornerà dagli impegni con la sua Colombia poche ore prima del turno di campionato contro il Cagliari.

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