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  • Fiorentina:| Rifondare senza eccessi

    Fiorentina:| Rifondare senza eccessi

    Maggio si avvicina, aumenta la nostra curiosità su che tipo di squadra abbiano in mente i Della Valle, Corvino e Mihajlovic per il prossimo anno. Le parole di Diego la scorsa settimana ci hanno rassicurato («La Fiorentina tornerà ai livelli che le competono sia in Italia che in Europa») ma questo non fa dimenticare ciò che è successo nella prima parte della stagione. Ribadiamo il solito punto: se i giudizi si fermassero al girone d’andata la rifondazione dovrebbe essere totale. Se invece si annotano — e noi lo facciamno con piacere — i progressi che la squadra ha mostrato via via che i suoi «pezzi» migliori recuperavano, le cose cambiano. Di poco, ma cambiano. Sì perchè sta arrivando il momento delle scelte, che non coinvolgono solo la società, ma anche alcuni dei giocatori più rappresentativi. Prendiamo Montolivo, che pare combattuto dal credere al nuovo corso ma che al tempo stesso ha cambiato atteggiamento sul suo rinnovo: da una firma imminente si è passati a una decisione da prendere con calma, per finire con una specie di armistizio con la società. In attesa di cosa? 

    Altro discorso merita Gilardino, che quest’anno si è sfiancato nel reggere un attacco composto solo da se stesso e che si è talmente abituato a «fare per conto suo» che anche con Mutu il dialogo in campo si è rivelato più difficiltoso del previsto. Anche lui aspetta un segnale dalla società, cioè la voglia di ripartire con rinforzi di valore e un rinnovato entusiasmo. Certo — ma non è un alibi — se la sfortuna smettesse di massacrare i giocatori della Fiorentina (ultimo in ordine di tempo l’infortunio al ginocchio di Behrami con la Svizzera, per non parlare del faticosissimo recupero di Jovetic dopo la raffica di operazioni) il quadro sarebbe più chiaro. 

    Tra rinnovi mancati (Donadel, Santana e forse Comotto) o solo rinviati (Montolivo), siamo entrati già nella fase calda del mercato con tanti punti interrogativi. Mihajlovic abbia il coraggio di lanciare qualche Primavera in pianta stabile nella squadra maggiore. Otto partite non sono nulla ma possono aiutare a capire con che giovani abbiamo a che fare. Camporese, Babacar, Agyei, Iemmello, Carraro e Acosty meritano una chance importante. Così come Neto, che rischia di restare stritolato nell’equivoco di Boruc e Frey. Il brasiliano è stato un investimento importante di gennaio, diamogli una possibilità prima che resti vittima della «sindrome Avramov».


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