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  • Fiorentina-Rossi, 501 giorni di me e di te

    Fiorentina-Rossi, 501 giorni di me e di te

    • Francesco Benvenuti

    Il 18 maggio 2014, allo stadio Franchi, nessuno si sarebbe immaginato di dover aspettare 16 mesi per rivedere Pepito Rossi a segno. In quel Torino-Fiorentina, 38° giornata di Serie A, il nativo di Teaneck, New Jersey, griffò il punto dell'1-0, su rigore, in una partita che si concluse poi 2-2. Alle spalle c'era l'infortunio al legamento crociato, le 25 partite saltate e la consapevolezza di dover iniziare un lungo percorso di recupero. Come se non bastasse arrivò anche la querelle con Prandelli, che prima lo incluse nei pre-convocati per il Mondiale e poi tagliò l'italo-americano dalla lista dei 23. Una delusione tremenda, per Pepito Rossi. 


    Durante il pre-campionato, tuttavia, scatta il nuovo allarme: sul ginocchio già operato emergono segni di sovraccarico e a settembre arriva il responso: il giocatore dovrà tornare sotto i ferri, per uno stop lungo, molto lungo. Si parlò di 4-5 mesi, ma i tempi di recupero si allungarono e per alcuni affatticamente muscoli Pepito fu costretto a saltare l'intera stagione 2014/2015. Il 30 agosto 2015 il primo sorriso: nel secondo tempo di Torino-Fiorentina, Rossi rientra in campo. Il giocatore è visibilmente alla ricerca del ritmo partita, con una condizione fisica ed atletica in netta crescita, partita dopo partita. Il 29 settembre arriva  la firma sull'accordo di revisione del contratto: si scrive 'riduzione del compenso fisso con conseguente aumento dei bonus variabili legati a presenze e gol', si legge 'riconoscenza'. Perchè Firenze e la Fiorentina lo hanno sempre aspettato, coccolato e protetto. 

    Il 1° ottobre 2015 l'esplosione, un mix di gioia, rabbia e liberazione: al 90' di Belenenses-Fiorentina, Rossi si invola dalla destra e con l'interno sinistro supera l'estremo difensore di casa Ventura. Un gol inutile ai fini del risultato - valido per lo 0-4 - ma tremendamente significativo per chi ha dovuto aspettare 501 giorni per poter tornare a dedicare al padre una propria rete. Sentimento e passione, sofferenza e devozione nei confronti di un amore, prima che un lavoro: il gol di Pepito è il punto di partenza della sua ennesima rinascita. Good luck, Giuseppe. 


     


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