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  • Fiorentina, Santana 'Voglio restare qui'

    Fiorentina, Santana 'Voglio restare qui'

     

    Ecco l'intervista apparsa questa mattina sul Giornale della Toscana a Mario Alberto Santana.
     
    Quando sono arrivato in Italia ero un disastro. Per fortuna a Venezia trovai Iachini che
    mi insegnò i movimenti giusti. A me non piaceva tornare indietro, ma ho capito che se non si corre non si va da nessuna parte.
    Ora, però, arrivano gli applausi del Franchi: brividi?
    Eh sì... Che bella sensazione. I tifosi devono sapere che più mi battono le mani e più mi prendo volentieri il rischio della giocata importante.
    Esterno, mediano, trequartista, a volte terzino, ha bisogno dello psicologo...?
    Ormai non ci capisco più nulla (e scoppia a ridere, ndr)... Il segreto è sacrificarsi per la squadra. Allora un ruolo vale l’altro. Nel mio periodo più brutto, tra una ricaduta e l’altra, avevo troppo paura di farmi male, tanto da non provare più nemmeno un colpo. Giocavo normale e stavo male, ma il lavoro duro è stata la mia salvezza.
    Il suo contratto scade a giugno: se ne va...?
    Non so che succede, non voglio sapere niente... Ho dato mandato al mio agente di pensare a tutto. Se continuerò a giocare bene spero che la società mi darà una chance... Io e la mia famiglia stiamo benissimo a Firenze, cambiare vita dopo cinque anni mi dispiacerebbe... Sarebbe stupendo restare sempre qui.
    Dovete pensare a fare 40 punti in fretta o ad altro...?
    In questo campionato dobbiamo pensare solo partita dopo partita. Ripartiamo dalla gara
    col Bari. E poi ’raspiamo’ tutti... Se non si ’raspa’ non si vince.
    Prandelli e Mihajlovic: ce li descriva.
    Completamente diversi. Mihajlovic ci fa lavorare con la palla ad alta intensità. Non eravamo abituati. Con Prandelli facevamo tantissima tattica e meno partitelle. Mihajlovic ha tanta ’cattiveria’ addosso, Prandelli è più tranquillo. Chi preferisco? A me va bene tutto, basta giocare e poi io mi carico anche da solo.
    Che è successo da marzo in poi?
    L’uscita dalla Champions è stata una mazzata incredibile. E all’inizio di questa stagione abbiamo fatto un grande
    errore: abbiamo pensato che siccome dovevamo giocare solo alla domenica sarebbe stata una passeggiata... Invece
    è bastato perdere due tre partite per andare in paura... Adesso abbiamo capito la lezione, fare bene ogni giorno in allenamento.
    A Mutu che ha detto dopo il fattaccio...?
    Adrian, ti metterò un sensore alla caviglia così quando uscirai di casa, sentirò l’allarme e verrò io a prenderti... Lui deve capire che è il giocatore più importante che abbiamo, quello che ci può risolvere tanti problemi. Non è uno stupido.
    Lei parla del campionato, ma ci sarebbe anche la Coppa Italia...
    Noi ci crediamo, vogliamo andare in fondo. Servono anche altre due cose: i tifosi devono venire al Franchi a spingerci
    e magari la società può agevolarli con una bella politica dei prezzi.
    Ci dia un giudizio sui suoi colleghi esterni: Cerci, Marchionni e Vargas.
    Juan è una forza della natura, difficile trovare in giro per il mondo uno così. Marchionni mi somiglia parecchio: corre
    tanto per la squadra e ’raspa’. Cerci deve lavorare ancora molto,capire che in questo ruolo è necessario sacrificarsi, recuperare anche tanti palloni. A saltare l’uomo, invece, è bravo: se imparerà diventerà completo.
    A Catania c’è un solo risultato per la Fiorentina?
    Intanto non si deve perdere... Ma se giocheremo con ’cattiveria’ potremo vincere tante partite....
    La gioia più bella provata a Firenze?
    Il trionfo di Liverpool. Mamma mia che bellezza... Giocai perfino trequartista, che goduria....
    E come sono i fiorentini?
    Non ho niente da rimproverare a questa città, anzi. Pur non essendo mai stato amato in assoluto, la gente mi ha sempre rispettato e fatto sentire a casa mia (la famiglia è formata dalla moglie Antonella e i figli Mia di 4 anni e Mathias di 2, ndr).
    Oggi è il compleanno di un suo connazionale illustre: Diego Maradona.
    Ho un ricordo meraviglioso. Eravamo sul pullman della nazionale e sul campo Diego stava girando uno spot tirando
    una delle sue celebri punizioni. Pur essendo un ex, calciava come in quella famosa gara con la Juve. Facemmo fermare
    il pullman, Diego salì e ci salutò. Stavo per morire: chiamai subito casa per raccontarlo....

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