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  • L'idea di Montella per bloccare Pirlo

    L'idea di Montella per bloccare Pirlo

    • Luca Cellini
    Dimenticare cosa è accaduto il 20 ottobre 2013, soprattutto nel secondo tempo fra il 20’ ed il 40’; azzerare i pensieri su una Juventus rinunciataria perché concentrata maggiormente sulla Champions, lasciarsi caricare dagli ultimi tre risultati positivi fra coppa e campionato, sapendo che si può scrivere per la città un piccolo-grande pezzo di storia, ma soprattutto riaccendere definitivamente il sogno di lottare fino a fine stagione per il terzo posto. E’questo il verbo dettato dal tecnico della Fiorentina Vincenzo Montella nei primi due giorni di preparazione che stanno portando la squadra gigliata all’anticipo che venerdì sera metterà di fronte Gonzalo Rodriguez e compagni ai tre volte campioni d’Italia.

    Dunque il must thinking che deve regnare nello spogliatoio viola è quello di non pensare al precedente della passata stagione, perché troppo irrazionale ed illogico, calcisticamente parlando, fu l’andamento della gara, che sperare di ripetere solo con la fantasia quanto accaduto un anno, un mese e poco più al Franchi contro i bianconeri, vorrebbe dire consegnarsi anima e gambe agli avversari, cadendo nel tranello dell’autocompiacimento del passato. Ma anche non illudersi che la Juve possa pensare al match da dentro fuori contro l’Atletico Madrid che la vedrà impegnata quattro giorni dopo, o sperare che senza Lichtsteiner e Asamoah, il gioco sulle fasce sia più facile da sviluppare.

    Vincenzo Montella però in vista della gara contro la squadra di Max Allegri sta preparando anche delle mosse a sorpresa a livello tecnico-tattico. Non a caso già lunedì pomeriggio al centro sportivo viola è andata in scena una lunga riunione con il suo staff. L’ultimo precedente con la Juventus, la gara di ritorno di ottavi di finale di Europa League porta con sé un doppio rimpianto: la punizione di Pirlo che si adagia alle spalle di Neto ad un quarto d’ora dalla fine del match, ma soprattutto il mancato utilizzo di un uomo per la sua indisponibilità fisica. 

    Mati Fernandez, recentemente definito dal tecnico gigliato il dodicesimo elemento della sua Fiorentina, ovvero il primo fra le riserve, da un mese a questa parte è diventato titolare inamovibile, tanto da aver scavalcato nelle gerarchie del centrocampo tale Alberto Aquilani. Il cileno è l’interno che si inserisce negli ultimi venti metri palla al piede, il battitore di punizioni e calci d’angolo pericolosi (gol al Cagliari, assist per Gonzalo Rodriguez a Verona) ma anche il trequartista che fa da raccordo fra linea mediana ed attacco. L’idea però che frulla in testa a Montella è sacrificare il classe ’86 nativo di Buenos Aires su Andrea Pirlo, quest’ultimo faro e leader silenzioso della Juventus. Una marcatura sul primo controllo di palla del campione del Mondo a ‘Germania 2006’ con la Nazionale italiana, che servirebbe per limitare nelle giocate proprio Pirlo, sulla falsariga di quanto fu svolto da Adem Ljajic due anni fa, nella partita che maggiormente contro i bianconeri ricorda volentieri il tecnico gigliato: uno zero a zero che grida vendetta per alcune ottime chance sprecate dall’allora squadra gigliata, in una serata in cui il classe ’79 bresciano fu definito dalle pagelle del giorno successivo un fantasma. Fermare Pirlo, per provare a fermare la Juve, con Mati Fernandez votato all’immolazione per la causa, forse si può

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