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  • Fiorentina: squadra che vince... si rivoluziona

    Fiorentina: squadra che vince... si rivoluziona

    • Luca Cellini

    La vittoria di domenica scorsa contro il Bologna ha consentito alla Fiorentina di risalire un po' la classifica e di sanare parzialmente quel deficit tra qualità del gioco e punti portati a casa che si era venuto a creare nelle ultime partite. Il successo contro i felsinei ridà certezze al giovane gruppo gigliato, e ciò permetterà a Vincenzo Montella ed al suo staff di attuare quel progetto già accennato allo spogliatoio dopo la sconfitta contro l'Inter. Il tecnico infatti, nonostante il buon avvio di stagione, soprattutto sotto il profilo dell'organizzazione di gioco, sta pensando di attuare una rivoluzione tattica e di gerarchie nella rosa di giocatori a sua disposizione. Il fatto di non poter contare su tanti elementi che possano garantire di andare almeno in doppia cifra, in quanto a reti, da qui a gennaio (a parte Jovetic), ha spinto Montella a studiare contromisure da mettere in pratica nei prossimi dieci giorni di lavoro senza impegni ufficiali.

    Ad esempio, nonostante il 'dogma' della difesa a tre, che ha dato precise garanzie al pacchetto arretrato viola nelle prime sette giornate, l'allenatore potrebbe prevedere una linea a quattro davanti a Viviano. Già nel secondo tempo contro il Bologna si è visto l'esordiente Savic spostarsi nel ruolo di terzino sinistro, con il duo Tomovic-Roncaglia, cui era affiancato Cassani, e Pasqual quasi sulla linea degli attaccanti. Montella nelle ultime due settimane di allenamento ha poi voluto verificare la duttilità tattica di Mati Fernandez, titolare poco meno di 48 ore fa nel ruolo di interno destro di centrocampo, ma provato anche in un 3-4-2-1, insieme a Ljajic, alle spalle di Jovetic. Proprio le verifiche nel parco attaccanti saranno quelle più significative: il  giocatore più utilizzato al fianco del numero 8 viola è stato l'ex Partizan Belgrado, che però ha inciso poco o niente sottoporta, tanto che è stato rimpiazzato prima da El Hamdaoui, poi da Seferovic (a Parma) e infine, domenica scorsa, da Toni.
     
    Nessuno degli attaccanti a disposizione ha il profilo giusto per la manovra offensiva a cui Montella pensa. Dunque un cambio di modulo, da verificarsi nelle situazioni tattiche dei prossimi allenamenti, potrebbe di fatto portare ad esclusioni eccellenti. Del resto lo stesso Montella ha dimostrato che quest'anno non esistono gerarchie, se è vero che Romulo - in gol a San Siro - e Ljajic, titolari a contro l'Inter, sono rimasti in panchina contro il Bologna, e che Cuadrado è entrato in campo solo nelle curve finali della sfida alla squadra di Stefano Pioli. Contro il Chievo, alla ripresa del campionato, si preannuncia dunque un'altra rivoluzione viola. Alla faccia del detto: 'Squadra che vince, non si cambia'.  

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