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  • Flop post coppe,| Pincolini: 'Non lamentatevi'

    Flop post coppe,| Pincolini: 'Non lamentatevi'

    Euro svalutate: dalle coppe ai flop. In A Solo un punto in quattro: «Sbagliato lamentarsi».
    Il preparatore atletico Pincolini: «Chi critica i calendari vuol dire che non sa toccare i tasti giusti. E crea alibi pericolosi».
    «Non mi ha fatto piacere giocare in sette giorni contro Fiorentina, Celtic e Roma: chiedo un po’ di rispetto per chi porta in alto il nome dell’Italia in Europa». Firmato Antonio Conte. «Ma se Conte si lamenta, noi cosa dovremmo fare? Dopo la Coppa abbiamo avuto solo due giorni per riposare. I conti non mi tornano». La letterina di Walter Mazzarri. «Ho sbagliato le scelte, non credevo pesassero così tanto due gare vicine con gli stessi uomini». Il pensiero di Andrea Stramaccioni. In quattro hanno fatto un punto nell’ultimo turno di campionato, considerando anche la Lazio travolta ieri sera a Siena. A detta dei loro comandanti Juve, Napoli e Inter hanno perso la bussola a causa degli impegni troppo ravvicinati. E quindi per motivi fisici, atletici. «Lamentarsi dei calendari è pericoloso: crea alibi anche ai giocatori, non solo agli allenatori». Vincenzo Pincolini, preparatore atletico della Dinamo Kiev, ma in passato di Parma, Milan e Nazionale non nasconde il suo punto di vista dietro parole «politically correct». Anzi. Perché le nostre italiane impegnate in Europa hanno fatto quasi filotto negativo nell’ultimo turno di campionato: Juve sconfitta dalla Roma, Inter sotterrata a Firenze, Lazio sorpresa a Siena e Napoli salvato da un punticino contro la Samp.

    Sistema italiano «Serve una cultura sportiva diversa da quella che al momento c’è in Italia — spiega Pincolini da Kiev —. I nostri allenatori devono saper creare l’energia nervosa corretta: chi si lamenta non sa toccare i tasti giusti». Anche perché poi vai a vedere dati oggettivi e ti accorgi che in Europa c’è anche chi ha giocato in tempi ancora più ristretti: Borussia Mönchengladbach e Bayer Leverkusen tanto per citare solo club di campionati di prima fascia. Il Borussia ha risolto il problema in maniera netta: ha giocato giovedì alle 21.05 contro la Lazio e poi sabato alle 15.30 contro l’Amburgo cambiando completamente la formazione, utilizzando 13 giocatori che non avevano disputato nemmeno un minuto nelle due precedenti uscite (escluso il portiere titolare Ter Stegen). Il Bayer invece dimostra che si può giocare nel giro di 48 ore e ottenere anche risultati positivi con un gruppo ristretto di giocatori. Ha perso in Europa League giovedì e vinto in campionato sabato (gare alle 19 e alle 15.30) con il portiere Leno, il difensore Wollscheid e la punta Kiessling sempre in campo, più Rolfes, Bender e Schurrle utilizzati a lungo nei tre match di sabato-giovedì-sabato. E che dire del Chelsea di Benitez? Tre vittorie consecutive tra Premier, Europa League e Fa Cup da sabato 9 a domenica 17 con Cech e Ivanovic sempre in campo, Cahill (ha perso 2 minuti contro il Wigan) e Lampard (uscito a 9 dalla fine contro il Brentford) quasi. Ma allora perché in Europa si può fare (senza lamentele) e da noi scoppia il temporale?

     
    Preparazione «Bisognerebbe ricreare i ritiri precampionato di un tempo —spiega ancora Pincolini —, non fare come adesso che le squadre si ritrovano 4 giorni in sede e poi partono per tournée mondiali. E poi serve ritrovare l’intensità degli allenamenti, anche durante le partitelle, perché l’intensità aiuta ad allenare anche la mentalità. Negli Anni 80-90 si prestava più attenzione al lavoro settimanale. Il Milan di Sacchi non sarebbe stato quello che è stato senza quella cura degli allenamenti».
     
    Gap L’Italia aveva recuperato il gap atletico rispetto al continente grazie al lavoro. Ora sembra che il nostro movimento si stia allontanando di nuovo. «Non è che improvvisamente gli altri sono diventati bravi e noi siamo diventati scarsi —aggiunge Pincolini —. Semplicemente serve preparare un calciatore per 11 mesi con un sistema individuale».


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