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  • L'ex Fontana a CM: 'Torino, segui il modello Catania'

    L'ex Fontana a CM: 'Torino, segui il modello Catania'

    • Andrea Scappazzoni

    Il campionato di Serie A volge al termine: domenica allo stadio Olimpico si sfidano Torino e Catania in un match che non ha molto valore per la classifica. C'è però chi ricorda questa sfida come determinante per l'esito di una stagione: Alberto 'Jimmy' Fontana racconta - in esclusiva per Calciomercato.com - la sfida salvezza che permise al Toro di restare nella massima serie nel campionato 2007-08. Ma non solo: l'ex portiere granata ha anche rivelato quali saranno i prossimi passi nella sua nuova veste di agente Fifa, che lo vede già gestire importanti giocatori come i palermitani Ujkani e Santiago Garcia.

    Fontana, per lei la sfida tra Torino e Catania ha un sapore particolare: cosa ricorda di quella partita del 30 marzo 2008?

    'Soprattutto lo stress devastante che accomunava il gruppo nel pre-partita. Noi in quel momento lottavamo duramente per non retrocedere e non potevamo permetterci di perdere, anzi: dovevamo vincere. Eravamo reduci dalla sconfitta col Milan e da una settimana faticosa, caricata a mille da Novellino'.

    In gara poi cos'è successo?
    'Diciamo che la partenza non è stata delle più positive: dopo tre minuti aveva già segnato Spinesi, anche se poi la partita è stata combattuta. Eravamo riusciti a rimetterla in pari con Diana due minuti dopo e poi a segnare il gol del vantaggio con Di Michele nella ripresa. E' nel finale di gara che è poi arrivato il mio momento'.

    Ovvero?

    'Ho fatto quella che in tanti hanno definito la parata delle parate. Stilisticamente non bella, lo so, ma efficace: gli esteti del calcio non la metterebbero nella Top 5, ma è stata la parata della vittoria, anche perché da lì a poco l'arbitro ha fischiato la fine'.

    Ad oggi come vedi Catania e Torino, cinque anni dopo quella partita?
    'In questo tempo il Catania si è consolidato ed è in pianta stabile al centro della classifica: in questa stagione è andata anche meglio, sfiorando l'Europa League. Hanno costruito un centro sportivo e si sono ritagliati uno spazio nel calcio italiano che in tanti non avrebbero previsto'.

    Da sponda granata invece…

    'Da allora il Toro aveva fatto ancora un anno in Serie A, poi è retrocesso, disputando tre campionati cadetti prima di tornare nella massima serie. Stanno cercando di consolidarsi, di trovare conferme: credo che il raggiungimento dell'obiettivo di quest'anno sia la diretta conseguenza di quanto fatto l’anno scorso'.

    Cairo sembra accostare il Torino all'Udinese per un modello futuro: nella piazza granata però non sarebbe più funzionale un modello-Catania?
    'Credo di sì, a mio avviso. A Udine puoi scommettere su un terzino maldiviano e la gente si fida: e se esplode e diventa un fenomeno non hanno problemi a venderlo, guardate cosa è successo per Sanchez. Al Toro questo non potrebbe accadere: se scommettessimo su un giocatore e questo dopo tre partite non avesse ancora preso una sufficienza, sarebbe già bocciato'.

    Visto che ora è un addetto ai lavori, cosa si sente di consigliare a Cairo e Petrachi per proseguire nel percorso di crescita della società?

    'Di cambiare il meno possibile, così come accaduto nell'ultimo biennio. Nei miei ultimi anni al Toro, i primi per Cairo come presidente, tutto ciò non accadeva: ora però il presidente è migliorato molto in questo'.

    E' agente Fifa da poco tempo, ma se la sente di consigliare già qualche giocatore a Cairo e Petrachi?
    'Non sarebbe elegante fare nomi. Io credo però che in una piazza come Torino sia importante verificare con attenzione l'aspetto della personalità e la spina dorsale di un giocatore, e mi sembra che la dirigenza lo abbia fatto finora'.

    Si è parlato di Maxi Lopez al Toro. Il giocatore, che peraltro è di proprietà del Catania, secondo lei sarebbe l'affare giusto per 'rimpiazzare' Bianchi?

    'Tecnicamente e per caratteristiche sì, ma per questo genere di giocatori - non solo per Maxi Lopez - ho qualche dubbio sul loro rendimento, perché quando passano da una grande squadra a un club di medio livello le motivazioni possono venir meno: lui dopo Catania è passato al Milan per finire alla Sampdoria, insomma non mi convince del tutto la possibile operazione'.

    Che effetto le fa sapere di dover incontrare Cairo e Petrachi in questo suo nuovo ruolo?
    'Ve lo dirò stasera (ride, ndr). Proprio oggi pomeriggio incontrerò il d.s. Petrachi: non c'è nulla in ballo, si tratta solo di un incontro conoscitivo, nel quale potremo capire se ci sono le basi per qualche affare futuro'.


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