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  • Football Leaks: Galliani e Doyen, sono affari di famiglia

    Football Leaks: Galliani e Doyen, sono affari di famiglia

    • Pippo Russo
    Che fra Doyen Sports Investments e Adriano Galliani i rapporti fossero molto stretti era cosa nota. Se ne ha notizia da luglio 2013, quando in un hotel di Taormina si raduna un gruppo del calcio italiano e non solo. A fare gli onori di casa sono Antonino Pulvirenti e Pablo Cosentino, rispettivamente presidente e vicepresidente del Catania Calcio, che soltanto due anni dopo saranno travolti dall’inchiesta della procura catanese “I treni del gol”, con annessa parentesi di permanenza nelle patrie galere. Assieme a loro si danno convegno: il non-radiato Enrico Preziosi, presidente del Genoa; il presidente e proprietario della Lazio, Claudio Lotito (basta la parola); l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, immortalato dalle compiacenti narrazioni mentre era fa il morto in piscina; e il senhor Nelio Lucas, amministratore delegato di Doyen. Ulteriore prova del legame fra Galliani e il fondo maltese si è avuta nell’estate del 2015, con l’annuncio di una partnership che dovrebbe favorire la cessione del Milan a mai identificati acquirenti asiatici rappresentati dal broker thailandese Bee Taechaubol. Quella partnership si rivela un disastro, e ciò dà alla famiglia Berlusconi il pretesto per scioglierla, dato che dalle parti di Arcore l’irruzione del fondo maltese e del suo CEO non è vista di buon occhio nemmeno per un istante. E adesso giungono le rivelazioni di Football Leaks, pubblicate dal consorzio European Investigative Collaborations (EIC) che in Italia ha come referente il settimanale L’Espresso.
    Il numero in edicola domani, ma disponibile agli abbonati già da ieri sera, pubblica un lungo articolo firmato da Vittorio Malagutti e Stefano Vergine che descrive nel dettaglio il Sistema Doyen. Nel quale il valore della famiglia è centrale non meno di quanto non lo sia nel caso della menzionata dinastia di Arcore. Il tutto arricchito da storie boccaccesche, e smentite dai protagonisti, sulle calde notti dei nuovi padroni del calcio mondiale.

    LA FAMIGLIA ARIF - Per chi ha la bontà di seguire ciò che Calciomercato.com scrive da anni a proposito di Doyen, il nome di Tevfik Arif come socio forte di Doyen non è una novità. L’articolo firmato da Malagutti e Vergine, sulla base della vasta e circostanziata documentazione acquisita da Football Leaks, allarga il raggio all’intera famiglia Arif. Quattro fratelli kazaki che hanno conosciuto il potere dell’ex Urss, e che dopo la dissoluzione dell’impero sovietico hanno saputo ricollocarsi nell’arena dell’economia globale giungendo a realizzare affari con Donald Trump. Sì, proprio il neo-eletto presidente Usa. Che all’inizio degli anni 2000, epoca in cui non era ancora sfiorato da ambizioni politiche, entra in affari con Tevfik Arif attraverso la società Bayrock. Il business di Bayrock è quello del “property developing”, e quanto alla provenienza dei denari vengono segnalati ambienti russi poco rassicuranti. La vicenda imprenditoriale di Bayrock finirà malissimo, quella della famiglia Arif e del rampollo Tevfik continuerà a andare benissimo. Soprattutto in Turchia, il centro strategico del Doyen Group, dove a dare una mano provvedono gli ottimi rapporti con Recep Tayyp Erdogan, l’attuale presidente della repubblica. A dire il vero, proprio in Turchia capita a Tevfik Arif un infortunio devastante: uno scandalo sessuale che lo coinvolge assieme a un gruppo di businessmen russi e ha come scenario lo yacht Savarona, di proprietà dello stato turco (fu utilizzato dal padre della patria Kemal Ataturk), che viene concesso in affitto per la modica cifra di 50 mila dollari al giorno. Gli articoli di stampa pubblicati all’epoca parlano di un blitz della polizia che svela la presenza di dieci escort russe e ucraine, di cui due minorenniTevfik Arif respinge immediatamente quelle accuse, e verrà scagionato nel 2011. L’altro dei fratelli Arif fortemente coinvolto in Doyen è Refik, che ha avuto anche l’onore di essere menzionato nei Panama Papers. Stando a quanto riferito dall’Espresso, gli Arif avrebbero investito 72 milioni di euro nel business dei calciatori, lungo un periodo che va dal 2011 al 2015. Un discreto pezzo del patrimonio di famiglia affidato in gestione al senhor Nelio Lucas. No comment.

    GALLIANI PADRE E FIGLIA - C’è tanta famiglia anche nel caso di Adriano Galliani. L’Espresso parla della figlia Micol, che per il mondo del calcio non è certo un nome nuovo. Ricorderete la profusione di articoli in cui venivano raccontate le abitudini post-partita del Milan allenato da Carlo Ancelotti, ai cui giocatori venivano serviti gli spaghetti subito dopo la conclusione delle partite. Ebbene, a occuparsi del catering era la “Micol Enterprise”. Che non ha nulla a che fare con Star Trek, perché è una società diretta da Micol Galliani. Fra i clienti della “M Enterprise” c’era anche Expogoal, la fiera sul calcio organizzata dalla Gea World negli anni pre-Calciopoli. Ne è testimonianza l’intercettazione di una telefonata fra Tommaso Cellini e Riccardo Calleri, datata 18 ottobre 2004, in cui viene detto che il catering di Expogoal bisogna farlo fare alla Galliani junior “anche a condizioni peggiori” rispetto a quelle proposte dalla concorrenzaL’Espresso riferisce che Micol Galliani ha lavorato come consulente di Doyen a partire da ottobre 2013, cioè tre mesi dopo il meeting di Taormina. Gli avvocati di Galliani smentiscono, ma il settimanale riferisce che le carte di Football Leaks testimoniano di un “contatto costante con top manager del gruppo, come Matthew Kay e Simon Oliveira”. Inoltre, da quelle carte si apprenderebbe che Micol Galliani si è occupata, per conto di Doyen, delle relazioni con la Panini (quella delle figurine) e di un progetto immobiliare a Beverly Hills. Inoltre, Galliani padre e figlia erano fra i 200 invitati che a gennaio 2014 hanno festeggiato a Londra il compleanno di Nelio Lucas.

    MA QUANTO MIAMI? - Del rapporto fra Adriano Galliani e Doyen vengono riferite altre cose. Una trattativa sfumata per il trasferimento di Adem Ljiajic dalla Fiorentina al Milan. E soprattutto il quadretto hardcore che si è acceso intorno ai tentativi di cedere Geoffrey Kondogbia nell’estate del 2013 (sempre quella del meeting taorminese). Il centrocampista, che adesso è la disperazione dei tifosi interisti, appartiene allora in quota dei diritti economici a Doyen. Prima di cederlo al Monaco, grazie ai buoni uffici di Jorge Mendes e realizzando una plusvalenza del 524%, il fondo maltese prova a piazzare Kondogbia presso club dell’elite europea. E per raggiungere lo scopo non risparmia sui mezzi. Riferisce L’Espresso: “(…) nel disperato tentativo di trovare un compratore, il gran capo di Doyen aveva organizzato un party a Miami con ospite d’onore Florentino Perez, il patron del Real Madrid. Un party con fiumi di champagne e belle ragazze invitate per l’occasione. Quel giorno, il 6 agosto 2013, anche l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani si trovava a Miami, dove il club rossonero era impegnato in un torneo amichevole, l’International Champions Cup”. Gli autori dell’articolo riferiscono di avere interpellato l’ad milanista, che ha smentito di avere partecipato a quella festa e d’avere mai trattato Kondogbia nell’estate del 2013 (lo farà, con l’aiuto di Doyen e esiti pessimi, l’estate successiva). Analoga smentita è giunta da Florentino Perez. Di quella vicenda rimane la strana traiettoria del denaro incassato da Doyen per il trasferimento del centrocampista al Monaco, con una parte della cifra stornata a Denos, una società degli Emirati. E restano soprattutto i dettagli sulla preparazione di quella notte a Miami, in uno scambio fra Nelio Lucas e Arif Efendi del quale il sito francese Mediapart (altro partner del consorzio EIC) dà conto senza censure.

    @pippoevai

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