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  • Il declino di Adu: ecco l'ennesimo flop
Il declino di Adu: ecco l'ennesimo flop

Il declino di Adu: ecco l'ennesimo flop

  • Federico Ciapparoni
Freddy Adu, eterna promessa del calcio statunitense, da ieri, dopo la rescissione con i serbi del Jagodina, è ancora senza squadra. Un talento quello del 25enne americano, di origie ghanese, svanito nel tempo, bruciato dall'eccessiva pressione mediatica sul suo potenziale e dalla vita sregolata del giocatore, sempre più avvezzo al lusso e allo svago piuttosto che all'allenamento delle proprie qualità.

ENFANT PRODIGE - E' il 2004, quando Adu, a soli 14 anni, viene scelto dai DC United, il cui propretario attuale è Erick Thohir, diventando il calciatore più giovane di tutti i tempi a firmare un contratto professionistico nella Major League Soccer. Un anno più tardi, al Mondiale Under 20 nei Paesi Bassi, l'attaccante statunitense si mette in luce, risultando uno dei migliori giocatori della competizione (vinta dall'Argentina di Messi) e portando la stampa a stelle e strisce a incoronarlo stella del calcio americano, esaltando le sue qualità e descivendolo profeticamente come "colui che porterà gli Stati Uniti sulla cima del calcio mondiale". Il primo club europeo a credere in lui è il Benfica, che nel 2007 lo acquista per 2 milioni di dollari dal Real Salt Lake, dove il giocatore era approdato come contropartita tecnica in uno scambio di giocatori. Con la maglia delle Aquile l'attaccante, ormai diciottenne, colleziona 18 presenze tra campionato e Champions League, impreziosite da 5 reti. Nel 2008, dopo l'esperienza a Pechino con la Nazionale Olimpica, arriva in prestito al Monaco, dove però fatica a trovare spazio (9 presenze e nessun gol segnato nella stagione 2008-2009). Tornato in Portogallo, per il giocatore comincia un vero e proprio tour mondiale, alla ricerca di una squadra disposta a garantirgli continuità: prima il Belenenses, squadra della Primeira Liga portoghese, poi i greci dell'Aris Salonicco e, infine, i turchi del Çaykur Rizespor. Magro il bottino del giocatore, che, in quasi tre anni, colleziona solo 23 presenze, mettendo a segno appena 5 reti. Aspettative deluse e ritorno in patria assicurato per il giovane, che nell'estate del 2011, ad appena 22 anni, viene ceduto a titolo gratuito ai Philadelphia Union, dove chiude la prima stagione con 13 presenze e due gol. Il 5 aprile 2013, nella trattativa che porta Kleberson a Philadelphia, Adu viene girato in prestito al Bahia, squadra del Campeonato Brasileiro. A fine stagione, dopo appena 2 presenze, rimane senza contratto e torna in Europa alla ricerca di un club disposto a credere ancora in lui.

CON LA VALIGIA IN MANO - Dopo svariati provini con gli inglesi del Blackpool, con i norvegesi dello Stabaek e con gli olandesi dell'AZ Alkmaar, nel luglio di quest'anno si trasferisce al Jagodina. Con il club serbo, Adu, collezionata solo una presenza in gare ufficiali, decide di rescindere il proprio contratto con la società, trovandosi il 22 dicembre, all'età di 25 anni, ancora una volta svincolato. Sulle sorti del giocatore, però, si registrano due verità: la prima, quella del giornalista Aca Stojanovic, che due giorni fa, sul suo profilo Twitter ha confermato il "licenziamento" del giocatore, la seconda, quella del giocatore stesso, che, dopo tre mesi di silenzio, ha cinguettato che il contratto firmato con il club serbo aveva una durata di soli sei mesi e che quindi il giocatore sia rimasto coscientemente svincolato alla scadenza dell'accordo.

PIU' SREGOLATEZZA CHE GENIO - Una carriera, qella di Freddy Adu, caratterizzata da un talento indiscutibile, soffocato dalle pressioni dei media e dalla scarsa professionalità dimostrata dal ragazzo nelle sue esperienze. Recentemente il giocatore ha postato su Instagram una serie di fotografie raffiguranti gli unici frutti del suo lavoro: orologi costosi, belle ragazze e la copertina di un videogioco, datato 2006, che lo ritrae con il messicano Omar Bravo e Ronaldinho.

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