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  • Galliani ha pronto Conte, Berlusconi invece Lippi: ma decide Mihajlovic

    Galliani ha pronto Conte, Berlusconi invece Lippi: ma decide Mihajlovic

    • Sandro Sabatini
    Se esiste una logica in quel che è successo nelle ultime ore, Antonio Conte sarà il nuovo allenatore del Milan. A questo destino già tracciato, solo Mihajlovic può opporsi. Curiosamente può farlo in due modi opposti: guadagnandosi la conferma con un grande girone di ritorno; oppure crollando subito, tanto da "obbligare" il Milan all'esonero pro-Lippi. Se esiste una logica, o per la precisione: se c'è un nesso logico tra comportamenti e dichiarazioni, pensieri e parole degli ultimi due giorni.

    Si parte da venerdì. Assemblea di Lega, dove Galliani è cortese e smaliziato padrone di casa. Il Milan dà l'okay allo stage azzurro reclamato dal ct a metà febbraio. Mossa indolore, per l'amministratore delegato rossonero: la squadra è libera da impegni europei e quindi due giorni a Coverciano sarebbero un utile aggiornamento professionale. Così fa bella figura, ben sapendo che il veto delle cinque società impegnate nelle Coppe porta all’annullamento dello stage. In sintesi: senza inimicarsi i colleghi presidenti, Galliani appoggia Conte. Tanto non costa nulla. Anzi, lo abbraccia paterno: caro Antonio, io ce l'ho messa tutta ma...

    Altro indizio: Galliani non orienta la data anticipata della finale di Coppa Italia, pur sapendo che il Milan (finalista pressoché sicuro) potrebbe disputarla già ad aprile, a patto che l'altra finalista sia l'Inter (fuori dalle Coppe) oppure un'eliminata tra Champions ed Europa League. Perché l'abile Galliani non sfrutta gli strumenti e l'esperienza di cui dispone, per evitare il pasticcio Lega-Federazione che fa imbufalire Conte? La risposta è nell’apparente, perfetta strategia: con un comportamento formalmente corretto e inattaccabile, in realtà Galliani provoca, stimola e in un certo senso "aiuta" il divorzio del ct dalla nazionale. Diplomazia, insomma. Sottile. Abile.

    Il giorno successivo, invece, scende in campo Silvio Berlusconi che punta tutto sulla riedizione di "Forza Italia" e in questo senso, mescolando calcio e politica, l'elezione di Marcello Lippi sulla panchina rossonera sarebbe una doppia mossa niente male. Bravissimo allenatore. Esperto e vincente. Rassicurante. Campione del Mondo nel 2006, quando tutti gli italiani andarono in piazza a festeggiare dopo aver urlato proprio "Forza Italia", che in quei giorni di dieci anni fa non era un partito politico bensì una passione popolare che univa tutto l’arco costituzionale.

    Invece Berlusconi che fa? Parla e, forse a sorpresa, rincara la dose delle classiche smentite ufficiali, iniettando fiducia nelle vene di Mihajlovic. Pronuncia poche parole, in pratica sussurra appena un avverbio, “certamente”, per rispondere alla domanda che tutti si fanno: “Ha ancora fiducia in Mihajlovic?”. Ma avanti con l'allenatore serbo significa - certamente - stop a Lippi. E - ovviamente - via libera al progetto Conte, a fine campionato.

    Qui entra in gioco Mihajlovic. Anzi, “scende in campo”, per usare un’espressione storicamente cara al suo Presidente. Tocca a lui, che sta abitando la panchina rossonera con dignità, indirizzare il futuro proprio e altrui.

    Ha tre soluzioni, davanti a sé. La migliore per lui: fa bene, corregge gli errori dell’andata, arriva nei primi tre posti. Da conferma quasi miracolosa, ma sicura.

    La peggiore: Mihajlovic sbaglia la penultima spiaggia (contro la Fiorentina) e affoga all’ultima. Così salta, e arriva subito Lippi. Che ottiene un contratto ampio. Perché se deve fare il traghettatore, preferisce restare al molo di Viareggio. A far lo skipper.

    La soluzione intermedia, è in apparenza (e in sostanza) quella tessuta da Galliani: Mihajlovic arriva a fine stagione. Senza infamia e senza lode. Il cambio in panchina sembra inesorabile, ed è pronto Antonio Conte. Come volevasi dimostrare, quel giorno di metà gennaio in Lega, quando Galliani disse sì allo stage azzurro ma dimenticò di suggerire la data giusta per la finale di Coppa Italia.

    E’ solo uno scenario. Un retroscena. Una fantasia ma…


    Sandro Sabatini (giornalista Mediaset – Premium Sport)
    Twitter: @Sabatini  -  Facebook: SandroSabatiniOfficial

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