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  • Galliani, servono un van Bommel e un Balotelli per la Champions

    Galliani, servono un van Bommel e un Balotelli per la Champions

    • Andrea Distaso
    Sembrano passati secoli dalle sessioni invernali del calciomercato nelle quali Adriano Galliani regalava colpi in grado di fare la differenza nel Milan, nell'immediato o a più lungo termine. Dall'affare Desailly nella stagione 1992/1993, quando ancora il mercato di riparazione si faceva a novembre, agli arrivi di Ronaldo e Oddo nell'inverno 2007, determinanti a modo loro per la conquista della Champions League ad Atene. E poi ancora Thiago Silva, che sbarcò a Milanello nel dicembre 2008 ma fu impiegabile solo 6 mesi, o Beckham l'anno dopo, grazie al quale l'ultimo Milan di Ancelotti avrebbe acciuffato un posto Champions. 

    DEULOFEU NON BASTA - Cassano e van Bommel nel 2011 e Balotelli nel 2013 sono stati gli ultimi acquisti in rossonero in grado di risultare determinanti per la conquista di un traguardo, visto che da quel momento in avanti non si ha traccia di un giocatore capace di imporsi e molto spesso di guadagnarsi la conferma per la stagione successiva. Una premessa doverosa per provare a leggere nelle parole di Galliani pre-Cagliari, con le quali l'ad milanista ha chiuso all'arrivo di rinforzi in ruoli che non siano quelli dell'attaccante esterno (Deulofeu?). Al di là delle limitate possibilità economiche di questi tempi dalle parti di via Aldo Rossi e della difficile compatibilità tra gli attuali dirigenti e quelli emanazione dalla cordata cinese, la formazione di Montella difficilmente potrà restare in corsa fino all'ultimo per i primi tre posti senza adeguati rinforzi anche in altre zone del campo.

    MONTELLA MERITA DI PIU' - Il gol decisivo di Bacca dopo 98 giorni di astinenza, l'ennesimo ingresso provvidenziale di Lapadula non può cancellare le carenze strutturali di questo Milan, che ha in questo momento solo in Suso e Bonaventura dei giocatori in grado di fare la differenza nell'uno contro uno e creare qualcosa dal nulla. Le accelerazioni di Niang sono un lontano ricordo, il centrocampo si regge sui buoni spunti di Locatelli, Pasalic o Kucka ma senza mai andare oltre il compitino. Troppo poco per pensare di tenere il passo, alla lunga, di formazioni più attrezzate come Roma e Napoli e probabilmente della stessa Inter, che da metà campo in su vanta maggiori soluzioni rispetto ai cugini rossoneri. Davvero un peccato considerando gli sforzi e i miracoli prodotti nel girone d'andata da Vincenzo Montella, che meriterebbe ben altro tipo di supporto da parte di una società che, a parole, vuole tornare a pensare in grando ma che rischia, con i fatti, di buttare al vento la grande occasioni di cancellare una serie di stagioni da dimenticare rimandando ancora una volta il progetto di rinascita.

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