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  • Garzelli difende il Bari:| 'Noi siamo parte lesa'

    Garzelli difende il Bari:| 'Noi siamo parte lesa'

    • D.L.

    'Il nostro spogliatoio non era un porto di mare'. Claudio Garzelli difende nel modo più accorato il Bari e l'operato della società nello scorso campionato. Quando, cioè, si sarebbero consumate gran parte delle manovre per truccare le partite dei biancorossi. Il dg dei galletti, in particolare, prende le distanze dalle valutazioni del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Bari, Giovanni Abbatista, che, nell'ordinanza di custodia cautelare di Andrea Masiello sostiene che i calciatori pugliesi fossero facilmente avvicinabili da faccendieri, scommettitori, ristoratori.

    Direttore Garzelli, le prime risultanze dell'inchiesta sul calcio scommesse evidenzierebbero un'insufficiente vigilanza della società sulla squadra. Che ne pensa?

    'Non sono d'accordo. Rispetto l'attività degli inquirenti e le loro valutazioni. Diverso è, tuttavia, vivere le situazioni dall'interno. Continuo a ritenere che la società non solo sia ovviamente estranea a questa brutta storia, ma si sia comportata con trasparenza e professionalità. Purtroppo, non si può interferire nella vita privata dei calciatori e nelle loro frequentazioni'.

    Tuttavia, si parla di una certa agevolezza nel raggiungere gli spogliatoi o gli alberghi in cui la squadra si recava in ritiro.
    'Per quanto concerne i luoghi in cui la squadra svolgeva allenamento, abbiamo sempre vietato l'accesso a chi non fosse autorizzato. Gli hotel, invece, sono luoghi pubblici. Non siamo la Juventus che può riservare un'intera struttura per il ritiro della squadra. Evitare del tutto che alcuni soggetti entrassero in un albergo e venissero a contatto con i giocatori è francamente impossibile'.

    Che dice delle minacce dei tifosi nei confronti dei calciatori?

    'Rispondo semplicemente che fin da febbraio 2011 sono cominciate le contestazioni in seguito al disastroso andamento della squadra. Ebbene, noi abbiamo immediatamente avvertito la Digos che ha sovente seguito gli allenamenti e più di una volta è intervenuta per stemperare tensioni tra giocatori e tifosi'.

    Il capitano Gillet, però, riferì al ds Angelozzi delle richieste dei supporter di perdere le gare. Non avreste potuto denunciare l'accaduto?
    'Le minacce per perdere o vincere le partite non configurano certo un illecito sportivo. Forse avremmo potuto avvertire la Questura, ma certi episodi o pressioni sono piuttosto comuni nel calcio. Ripeto, peraltro, che per quasi metà campionato la Digos e le autorità sono state costantemente al nostro fianco'.

    Possibile che in un quadro così complesso non abbiate mai sospettato dei movimenti dei tesserati?

    'Esistevano tensioni per i risultati deludenti, ma mai avremmo immaginato tali comportamenti. Fino a maggio 2011 la squadra ha ricevuto tutti gli emolumenti ed i premi previsti esponendo il club a sofferenze finanziarie di cui soffriamo ancora oggi. Era il minimo pretendere correttezza e professionalità. La realtà è che il Bari è stato truffato: siamo retrocessi ed ora rischiamo di subire sanzioni per responsabilità oggettiva. Pertanto, siamo esclusivamente parte lesa da questa vicenda'.

    (Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)


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