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  • Genoa e quella coppa che resta un tabù

    Genoa e quella coppa che resta un tabù

    • Marco Tripodi
    Continua la maledizione Coppa Italia per il Genoa.

    La sconfitta maturata ieri sera all'Olimpico contro la Lazio, oltre a decretare l'eliminazione dei rossoblu dalla Tim Cup, ha ribadito un argomento ricorrente nella plurisecolare vita del Grifone. 

    La seconda competizione nazionale è infatti storicamente indigesta al club più antico d'Italia che, aldilà dell'unico successo datato 1937, raramente vi ha raccolto soddisfazioni.

    Solo nell'ultimo decennio, ossia dal suo ritorno in pianta stabile in Serie A, il Genoa non è mai andato oltre gli ottavi, stesso traguardo risultato fatale anche quest'anno. Ma se l'eliminazione subita per mano dei biancocelesti capitolini tutto sommato può anche essere accettabile, diverso è il discorso per quanto avvenuto la scorsa stagione quanto a fermare la corsa rossoblu fu l'Alessandria, sorprendente squadra di Lega Pro capace di imporsi a Marassi. Ancora peggio andò nei tre anni precedenti, quando i rossoblu furono estromessi da Empoli, Spezia e Verona già dopo la prima gara della competizione.

    Per trovare una presenza del Genoa tra le prime otto squadre bisogna andare indietro di un quarto di secolo. Nella stagione 1991-92, quella della semifinale Uefa, i ragazzi di Bagnoli giunsero fino ai quarti di Coppa Italia dove si arresero al Parma di Nevio Scala, futuro vincitore del trofeo.

    Ancora più tempo passa per rintracciare un approdo dei rossoblu alle semifinali: nel 1958-59 arrivò un terzo posto, mentre a cavallo della seconda guerra mondiale il Grifone giunse per tre volte in semifinale (1938-39, 1942-43 e 1945-46) e per una in finale (1939-40). 

    Nonostante le buone intenzioni di Juric, anche quest'anno il Genoa dovrà rimandare l'aggiornamento del proprio curriculum nella coppa nazionale.

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