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  • Genoa, gli ex presidenti avvisano Preziosi: 'Così è impossibile proseguire'

    Genoa, gli ex presidenti avvisano Preziosi: 'Così è impossibile proseguire'

    • Marco Tripodi
    Non è la prima volta che un presidente del Genoa finisce nel mirino della tifoseria rossoblu. Anzi, quello che sta accadendo ad Enrico Preziosi è stato già vissuto in passato da chi l'ha preceduto. Come Aldo Spinelli e Renzo Fossati. 

    L'edizione genovese di Repubblica ha chiesto proprio a Spinelli ed al figlio di Fossati, Gianni, un resoconto delle proprie esperienze da contestati. "Preziosi - racconta Fossati junior - ha fatto capire che, dopo domenica, probabilmente non verrà più a Marassi, ma sarebbe un errore lasciare la squadra da sola in balia della contestazione. Mio padre ci ha sempre messo la faccia e a quei tempi allo stadio ci andavano 50-60 mila spettatori non i 20 mila attuali. La contestazione non aveva un attimo di tregua, mio padre trovava tifosi che lo insultavano non solo allo stadio, ma anche fuori dai cantieri, sotto l'ufficio in via Cecchi, all'uscita del ristorante e al cinema. Gli ultimi mesi erano diventati un inferno e alla fine è stato costretto a lasciare nonostante per lui il Genoa fosse più importante della moglie e dei figli. Andare avanti non era più possibile".

    Fossati racconta poi un inquietante episodio che lo vide protagonista involontario proprio in quelli anni difficili: "Una sera in corso Aurelio Saffi mi sento chiamare da un tipo in moto, mi giro e parte un colpo di pistola che ha centrato l'orecchino di mia moglie. In questura poi mi dissero di non fare denuncia per non esasperare ulteriormente il clima di tensione che si viveva in città".

    Un altro che di contestazioni subite se ne intende è certamente Aldo Spinelli: "Ma adesso - spiega l'ex presidente rossoblù - fortunatamente le leggi sono cambiate, allora il Daspo non esisteva e gli stadi erano una sorta di zona franca. Preziosi deve riuscire a recuperare il rapporto coi tifosi, se non c'è armonia è un problema per tutti".

    Spinelli spiega poi come per cedere una società di calcio non basti la volontà di venderla: "Io non credo che Preziosi voglia restare in paradiso a dispetto dei santi, sono sicuro che si facesse avanti qualcuno di affidabile, lui uscirebbe di scena. Ma di questi tempi è quasi impossibile trovare qualcuno che voglia investire in una società di calcio. Prendete il sottoscritto che il Livorno, che non ha un centesimo di debito, è disposto a regalarlo e a fare anche da sponsor. Ho fatto decine di due diligence, ma poi quando scoprono quanto costa la gestione di una squadra di calcio spariscono ".

     

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