Un derby per due. Vinto, stravinto, capace di creare un entusiasmo dilagante a Pegli e in tutta la metà rossoblù di Genova. Il 3-0 è nato all’indomani di una sconfitta bruciante come quella contro la Fiorentina, quando il Genoa era naufragato in maniera quasi avvilente. Schiacciato nel gioco, nella tattica e nel risultato da una squadra che in certe condizioni fa male più di tutte le altre in serie A. Il post partita era stato agitato, Liverani sembrava essere già al capolinea dopo la sfuriata di Preziosi negli spogliatoi. La critica è stata feroce, sicuramente, ma a quanto pare produttiva. Il Genoa non poteva essere quello e quindi serviva un’idea, qualcosa di nuovo per arrivare al derby con quell’alone di sorpresa che poteva far saltare il banco.

Il presidente Preziosi e mister Liverani hanno pensato e da entrambi è nata l’idea di lasciare da parte il 4-3-3, modulo troppo sbilanciato, e passare al 3-5-2, lo schema visto nel derby. La squadra è sembrata più a propro agio, consapevole di potersi difendere con ordine per poi ripartire appoggiandosi al super Gilardino di questo periodo. Una scelta vincente perché al di là dei numeri sono state sfruttate le caratteristiche dei singoli al meglio. Ora la testa è tutta sul Livorno con Liverani e Preziosi che si confrontano sulla strada da intraprendere. Dare una seconda chance al 4-3-3 oppure continuare sulla via del derby? Il dilemma è servito, Liverani parla di squadra camaleontica che sappia sfruttare tutte le possibilità. E intanto le ali arrivate dal mercato, Feftatzidis, Stoian, Centurion e Santana, tremano. Senza tridente il minutaggio è destinato a precipitare. Liverani e Preziosi dovranno pensare anche a loro.