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  • Genoa, pianeta Veloso:|'Uno alla Desailly'

    Genoa, pianeta Veloso:|'Uno alla Desailly'

    Figlio d'arte, con il talento da calciatore nel sangue. Sicuramente non un raccomandato, tanto che il Benfica, la squadra di cui suo padre Antonio è stato capitano e poi allenatore, lo scartò nelle giovanili perché "gordinho", grassoccio. In effetti, per Miguel Veloso, 24 anni lo scorso 11 maggio, la tendenza a mettere su qualche chilo di troppo si è rivelata talvolta un problema: Felipe Scolari, quando era ct del Portogallo, lo criticò più volte per le non perfette condizioni fisiche.

    Negli anni, comunque, ha dimostrato di essere un grande professionista e di avere doti da grande calciatore. Non a caso, subito dopo un'esperienza al Clube Atlético e Cultural, noto per la propria “cantera” (come quella del Genoa), venne acquistato dallo Sporting Lisbona, grande rivale del Benfica. Qui incontrò per la prima volta quello che è stato il suo grande maestro, Paulo Bento. L'ex centrocampista di Benfica, Real Oviedo e Sporting lo ha allenato prima tra i ragazzi, vincendo il titolo nel 2005, e poi in prima squadra. Le loro strade si sono divise il 6 novembre 2009, con le dimissioni di Bento da tecnico dei Leões (I Leoni). Nelle giovanili Veloso ha iniziato da difensore centrale. Poi negli anni ha modificato il proprio ruolo trasformandosi in centrocampista: il classico "volante central", a protezione della retroguardia. Tatticamente è molto duttile (è stato utilizzato anche sulla fascia sinistra, sia sulla linea dei difensori sia su quella dei centrocampisti), ma la sua posizione preferita è quella in mezzo al campo: Bento l'ha paragonato all'ex milanista Marcel Desailly. Miguel dice: «il mio idolo resta l’argentino Fernando Redondo» per anni colonna madridista, protagonista di uno sfortunato finale di carriera al Milan. Sir Alex Ferguson, tecnico dello United, ha pensato a lui per sostituire Paul Scholes nel centrocampo dello United; Josè Mourinho, che ben lo conosce, lo voleva all'Inter. Recentemente ha cambiato procuratore, lasciando Paulo Barbosa per affidarsi oltre che al padre Antonio, a Jorge Mendes che cura i più famosi giocatori portoghesi. Dallo Sporting Lisbona è arrivato rapidamente in nazionale esordendo nel 2007 dopo il titolo europeo nell’Under 17. E ha partecipato all'Europeo 2008 e al Mondiale 2010, però con poco spazio. Prossimo passo: diventare titolare con Eduardo.

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