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  • Genoa, Rigoni e Juric: c'eravamo tanto odiati

    Genoa, Rigoni e Juric: c'eravamo tanto odiati

    • Marco Tripodi
    Oggi è una delle colonne portanti del Genoa di Ivan Juric, che vede nella sua duttilità un'arma imprescindibile per quadrare l'atteggiamento tattico del suo Grifone.
    Eppure, fino a qualche settimana fa, il rapporto tra il tecnico di Spalato e Luca Rigoni era tutt'altro che idilliaco. "Con Juric - ha ammesso il centrocampista veneto al Secolo XIX - all'inizio ci sono state delle incomprensioni, succede qualche volta di litigare tra persone intelligenti. Lui faceva delle scelte e io le ho rispettate, ho aspettato il mio momento e mi sono fatto trovare pronto".


    Anche l'allenatore, recentemente, ha ammesso che il primo impatto tra i due è stato quantomeno burrascoso. Molti ricordano ancora il plateale "vaffa" indirizzato verso la panchina dopo la rete siglata dal biondo mediano contro il Cagliari alla prima di campionato: "Rigo mi ha mandato a quel paese - ricorda Juric, sempre dalle colonne del Secolo XIX - ma io non mi sono offeso. Abbiamo avuto una discussione accesa, ci siamo ritrovati e ora il rapporto è bello. Doveva sfogarsi. Ora lo vedo come il pilastro della squadra e mi fido di lui. Il nostro rapporto è cresciuto".


    La ritrovata armonia tra giocatore ed allenatore ha dato i suoi frutti in campo, consentendo a Rigoni di diventare uno degli insostitubili di Juric, che lo impiega a rotazione praticamente in ogni ruolo del campo dalla mediana in su. Anche se la posizione in cui rende meglio è quella di trequartista impuro, più attento ad aiutare il centrocampo che ad offendere: "Sto giocando davanti ai due mediani - ha proseguito Rigoni - ho il compito di marcare il play basso e di inserirmi sulla destra. Già a Palermo giocavo così e mi trovo bene".

    Tanto bene che fosse per Juric non lo toglierebbe mai.

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