“La Sampdoria è una squadra già rodata, avrei preferito incontrarla più avanti”. Parole di Gian Piero Gasperini. Il tecnico dice la verità perché i blucerchiati hanno cambiato pochissimo mentre lui lavora solo da qualche mese con la sua nuova rosa, forte e dotata di qualità, ma che registra ancora qualche problema di amalgama. Il derby è sfida a parte ma è comunque una partita di calcio e allora mister Gasperini, non potendo fare miracoli, si affiderà al suo modulo e alla sua mentalità per colmare il gap di tempo passato insieme rispetto agli avversari.

Per farlo c’è bisogno di un nuovo eroe perché è inutile negare che nel derby a volte basta davvero un tocco per cambiare la storia. Da Vink a Rafinha, meteore supersoniche solamente o quasi nelle stracittadine, a Diego Milito, leader immenso che quando vedeva la Sampdoria si scatenava, i nomi son tanti ma l’albo va aggiornato. Se c’è un candidato da indicare per questa sfida è sicuramente Pinilla. E’il prototipo del giocatore da Genoa, uno che lotta e che la butta dentro, uno che corre per tutti e che salta dentro la Gradinata Nord per abbracciare i tifosi, uno che segnasse nel derby farebbe venire giù lo stadio.

E se Pinilla non riuscisse ad ergersi al ruolo di eroe? C’è Matri che scalpita, c’è capitan Antonelli che di derby ne ha vinti e che vuole onorare al meglio il primo con la fascia al braccio, ci sono Perotti e Lestienne che devono trovare la vetrina giusta per non essere solo grandi funamboli in una squadra che nel dna ha e deve avere tanta lotta. Chi sarà l’uomo derby? Chiunque la butterà dentro, perché in fin dei conti anche un autogol al novantesimo farebbe diventare qualcuno eroe, e anche se al contrario poco importerebbe. Il derby va vinto e se nascerà un eroe da inneggiare o da sbeffeggiare importa poco.