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  • Genoamania:| Elogio a Juraj Kucka

    Genoamania:| Elogio a Juraj Kucka

    Inizio gennaio: infuriano le polemiche per la cessione di Ranocchia all'Inter, Preziosi se la prende un po' con tutti, minacciando addirittura di lasciare in caso di altri insulti, e la classifica del Grifone non è delle migliori. Precisamente l'11 approda al Genoa un ragazzone slovacco che non parla l'italiano, di cui pochi sanno realmente qualcosa, e che Preziosi ha pagato tre milioni di euro. La situazione è calda, il giorno dopo si va a San Siro per la Coppa Italia contro l'Inter, e Kucka non viene nemmeno presentato.

    L'oggetto misterioso esordisce proprio alla Scala del calcio facendo intravedere buone doti. La domenica sucessiva l'esordio in campionato contro l'Udinese: partita sfortunata, ma la maglia da titolare gli si cuce addosso e nessuno gliela toglierà più. I tifosi lo notano subito, grande e grosso com'è non è difficile intuire la sua figura in campo. Ha coraggio, personalità, ed è uno di quei giocatori che non si risparmiano mai. Ballardini capisce subito che non può farne a meno, perché in mezzo al campo sa fare tutto: contrasta, imposta e si inserisce.

    Tutto questo fin dal primo giorno, come se non ci fosse differenza tra il campionato ceco e la serie A italiana. Preziosi ancora una volta ha vinto la scommessa. Questo è un giocatore vero, uno di quelli che basta dargli un occhiata per capire che ha qualcosa in più, e ogni giorno scende in campo per dimostrarlo. Gli occhi delle grandi sono già su di lui: il presidente non lo cederà in estate perché può fare ancora il salto di qualità, e l'anno prossimo sarà la trave portante del Genoa che punterà in alto.

    Quel ragazzo arrivato in punta di piedi ha saputo in pochi mesi entrare nel cuore di tifosi, allenatore e presidente, parlando solamente la lingua del calcio. Manca solo una cosa: il gol. Juraj ci prova spesso, ma per ora non ha ancora inquadrato la porta, unico demerito di un ragazzo in grande ascesa e che saprà infrangere anche l'ultimo tabù. Nota per il presidente Preziosi: se lo tenga stretto, perché vicino a lui ha iniziato giocare a buoni livelli anche Miguel Veloso, impresa che sembrava esser impossibile da compiere.

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