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  • Genoamania:| La notte più bella

    Genoamania:| La notte più bella

    Un finale del genere era davvero difficile da immaginare. Neanche il migliore sceneggiatore di Hollywood avrebbe potuto scrivere una trama tanto crudele da una parte e così piena da gioia dall'altra. Vincere il derby all'ultimo respiro, giocando male e forse senza neanche meritarlo, un sogno per tutti i tifosi. Ma nella notte indimenticabile rossoblù c'è di più: c'è la consapevolezza di aver dato lo spintone finale ai 'cugini' verso quell'inferno che si chiama serie B. E' stata la notte delle promesse mantenute, la notte in cui i tifosi, per la prima volta da quando esiste il calcio (forse), si erano arresi prima ancora dei giocatori in campo. I cori piovuti dalla Nord ('Il derby non si regala' il più tenero) non schiumavano rabbia, ma desolazione nel vedere che i concetti espressi per giorni e giorni ai propri tifosi non avevano sortito nessun effetto.

    Nei secondi 45 minuti i rossoblù sono cascati nella trappola blucerchiata: una trappola fatta di motivazioni e voglia di vincere, che hanno intontito Marco Rossi e compagni. Il derby è così, la favorita rischia di andare in debito di ossigeno proprio quando tutto sembra facile, l'esatto contrario della solita partita di fine campionato. La superiorità era netta, si vedeva, ma il calcio non sempre premia chi tocca meglio il pallone o chi ha mostrato una maggiore qualità in tutta la stagione. Ieri però è successo: l'inaspettato gol di Boselli ha infiammato i cuori di quei tifosi definiti poco riconoscenti dal presidente Preziosi, e forse proprio dopo aver visto quella palla scivolare in rete come in un sogno, alcuni avranno recitato un giusto mea culpa.

    Boselli come Rafinha. Due meteore rossoblù capaci con due conclusioni estemporanee ma perfettamente precise di regalare la supremazia cittadina al Genoa. Nessuno dei due con ogni probabilità rimarrà l'anno prossimo, ma nessuno dimenticherà mai i due eroi per caso che hanno contribuito all'impresa. Non resteranno loro e non resterà nemmeno Ballardini, sergente di ferro della panchina che solo durante i due derby ha fatto esplodere quelle emozioni che solitamente si tiene dentro. Tutti e tre rimarranno nella storia rossoblù ma lasceranno il posto a chi l'anno prossimo proverà a far vivere emozioni ancora più forti al pubblico genoano che, pentito, fin dall'ultima giornata di questo campionato celebrerà i propri eroi come si conviene. 'In famiglia si litiga ma poi si fa sempre la pace' parola di Marta Vincenzi, sindaco di Genova.

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