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  • Genoamania:| Si è spenta la luce

    Genoamania:| Si è spenta la luce

    Un punto con la Juve e una pioggia di polemiche. Sembra un paradosso, ma è così. Il Genoa esce dalla sfida alla seconda in classifica con molti dubbi e la netta sensazione che il buio sia di nuovo calato sulla squadra. Marino, proprio come Malesani, non riesce ad osare, guarda al risultato e a rimetterci è lo spettacolo. Si difende in undici e si attacca in due o tre, non di più, per non squilibrare la squadra e non esporla agli attacchi avversari, che però continuano ad arrivare e a mettere in difficoltà la difesa più 'bucata' del campionato.

    La manovra rossoblù praticamente non esiste: con Kucka e Biondini in mezzo al campo, splendidi frangifrutti davanti alla difesa, non si riesce mai a prender in mano il pallino del gioco. Un peccato vero, visto che in attacco ci sono Gilardino e Palacio, due che la palla gol sanno anche inventarla, ma che se serviti nella maniera giusta potrebbero diventare devastanti. Il solo Jankovic prova la giocata. Sculli, costretto a giocare sotto l'effetto di infiltrazioni, è un'ombra. La sostanza è che questa squadra quando ha la palla nei piedi non sa che cosa farsene.

    Alla luce di ciò sembra impossibile che Veloso, ormai da qualche domenica, si sieda in panchina e non venga neanche preso in considerazione a partita in corso. Il portoghese ha già dimostrato di poter essere il faro di questo Genoa: nonostante la sua lentezza cronica, quel sinistro vellutato e le idee da regista puro servono come l'acqua nel deserto. Marino però non riesce a trovargli un posto. Ci ha provato una o due volte senza ottenere risultati, e allora ha preferito abbandonare il progetto affidandosi ai soli muscoli di Kucka e Biondini.

    Senza un regista ci vorrebbe allora qualcuno che sappia accendere la luce negli ultimi trenta metri, cosa che non più di tre settimane fa ha saputo fare molto bene Jorquera nella rimonta contro il Parma. Il cileno tuttavia è sempre più ai margini, e l'alternativa Belluschi viene utilizzata con il contagocce. Così la luce si è spenta di nuovo, e senza qualità il problema sembra essere di difficile soluzione.

    Il problema però questa volta non risiede nella rosa o nei giocatori, ma in chi sceglie quali mandare in campo. Questo gruppo di qualità ne ha, e pure tanta. I tre (non) protagonisti sopracitati hanno tecnica da vendere e le idee giuste per riaccendere la luce: ora tocca a Marino tralasciare gli schemi e dare meno spazio ai muscoli per provare a sviluppare anche un gioco offensivo. Per la serie anche 'l'occhio vuole la sua parte', soprattutto quando i risultati in termini di classifica sono davvero poveri.

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