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  • Genoamania: tre punti, salvezza e a capo. Ripartendo da Juric

    Genoamania: tre punti, salvezza e a capo. Ripartendo da Juric

    • Marco Tripodi

    Alla fine ci si è riusciti.

     

    Nonostante i segnali che indicavano un epilogo diverso fossero numerosi, al penultimo respiro il Genoa è riuscito ad aggrapparsi a quel tanto a lungo inseguito treno salvezza. Un traguardo per molti immeritato, visto quanto fatto dai rossoblu in questa sciagurata annata.

     

    Le argomentazioni dei detrattori si basano principalmente su un dato: con i 36 punti racimolati dai rossoblu solitamente si finirebbe dritti in cadetteria. Come a dire che a salvare Burdisso e compagni sono stati più i demeriti di avversari diretti effettivamente mai così scarsi, che i meriti di un gruppo che non ha perso occasione per ravvivare un torneo con poche sorprese, soprattutto in coda.

     

    COME UNA FINALE - Eppure nel momento della verità, nello scontro più delicato della stagione, il Grifone ha saputo tirare fuori gli artigli, andandosi a prendere un risultato che finalmente lo mette definitivamente al riparo da qualunque sorpresa. Certo, il Torino di oggi ha fatto tutto tranne che giocare con il sangue agli occhi come invece pretendevano il suo allenatore e i suoi tifosi. Scesi in Liguria in una domenica praticamente estiva, seppur con un mese d'anticipo, i granata sono sembrati una delle tante comitive di padani calati per qualche ora in Riviera in cerca di refrigerio.

     

    Il passato recente dei rossoblu, tuttavia, insegna che spesso le scarse motivazioni dell'avversario di giornata non sono state sufficenti per aggiudicarsi i tre punti. Per ricevere conferme bastarebbe riguardarsi le recenti gare con Chievo e Palermo, due formazioni senza più nulla da chiedere al campionato eppure in grado di infliggere pesanti sconfitte al Genoa.

     

    Ma se le gare facili sono state il vero problema di questa stagione, quella di oggi non lo era per niente. Dopo la batosta del Barbera e con davanti la prospettiva di rendere visita alla Roma domenica prossima nel Totti-day, l'unica alternativa a disposizione era quella di strappare almeno un punto ai piemontesi. E pur senza strafare i ragazzi di Juric sono finalmente riusciti nel proprio intento, aggiudicandosi una partita che a tutti gli effetti aveva la valenza di una finale. E' bastato mettere in campo un po' d'ordine e un pizzico di determinazione e convinzione in più rispetto al solito per raggiungere il tanto agognato traguardo.

     

    FUTURO – Il Genoa si è insomma confermato grande con le grandi, o comunque con le formazioni che lo precedono in classifica, visto che delle sei vittorie interne ottenute quest'anno cinque sono arrivate contro formazioni piazzate tra il primo e l'ottavo posto. Tra quelle invece stazionate nella parte sinistra della graduatoria soltanto il Cagliari, alla prima giornata, non ha strappato punti nel Ferraris rossoblu. Un dato che la dice lunga sulle difficoltà di questo gruppo di fare la partita contro formazioni meno quotate e quindi più chiuse. Un limite sul quale Ivan Juric dovrà lavorare per l'avvenire, ammesso che il croato venga riconfermato al suo posto. Personalmente non avrei dubbi nel rinnovargli la fiducia. Questa salvezza è tutta sua. Nonostante gli errori, peralto più che giustificati al primo anno di A e con tutto quello che gli è accaduto intorno, il tecnico croato è quello che ha meno responsabilità. Anzi è stato proprio lui, con il suo carattere e la sua testa dura da balcanico caparbio, a trovare il mandolo di una matassa ingarbugliata soprattutto da altri.

     

    In un Genoa il cui futuro appare incerto sotto tutti i punti di vista, ripartire da Juric sarebbe un importante punto fermo sul quale ricostruire una squadra senza avvenire. Magari, come lui stesso ha chiesto oggi in sala stampa, dandogli la possibilità di scegliersi i giocatori con cui forgiare il prossimo Grifone ed usando gli errori di quest'anno come una lezione da non scordare. Da parte di tutti.

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