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  • Genoamania: un Grifone in versione Gattopardo

    Genoamania: un Grifone in versione Gattopardo

    • Marco Tripodi
    Tutto deve cambiare affinché tutto rimanga com'è: così Tancredi di Salina si esprimeva nel Gattopardo. Una visione del mondo che oggi Davide Ballardini ha completamente ribaltato.

    Per capovolgere il mondo Genoa il vate di Ravenna l'ha modificato il meno possibile rispetto al suo predecessore. A differenza di quanto si era ipotizzato in settimana il Ballardini-ter è infatti ripartito dalle ceneri lasciate da Ivan Juric decidendo di non stravolgere una squadra che comunque qualcosa di buono aveva dimostrato in questi primi due mesi di campionato. A cominciare dal modulo un 3-5-2 che sembrava lo specchio più fedele del credo tattico adottato dal tecnico dalmata. E poi gli uomini. Aldilà di Spolli, schierato titolare al posto di Rossettini, e del momentaneo accantonamento di Lapadula l'undici iniziale visto in Calabria ricalcava quasi  per intero  la formazione titolare adottata abitualmente da Juric.

    Ballardini non è re Mida. L'avevo detto qualche giorno fa prima della partita di Crotone e lo ribadisco oggi dopo che il tecnico romagnolo è riuscito nell'impresa di espugnare l'Ezio Scida. Il fatto che il Genoa sia tornato a vincere una sfida contro una diretta concorrente all'indomani del cambio in panchina può sembrare frutto del caso ma non lo è. I meriti dell'allenatore ravennate sono evidenti e partono dal fatto di aver messo in campo una formazione quadrata e ordinata, in cui ognuno è chiamato principalmente a fare ciò che sa fare.

    Ma la risalita verso zone meno accidentate è ancora all'inizio e la classifica è lì a testimoniarlo. Del resto anche Andrea Mandorlini lo scorso febbraio aveva iniziato collezionando 4 punti in due gare e poi sappiamo tutti come andò a finire. Ancora una volta spetterà dunque a Ballardini dimostrare che il suo Genoa è diverso da quello di chi lo ha preceduto.

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