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  • Genoamania: un'impresa che è una lezione agli 'scansatori'
Genoamania: un'impresa che è una lezione agli 'scansatori'

Genoamania: un'impresa che è una lezione agli 'scansatori'

  • Marco Tripodi

Altro che scansarsi. Travolgendo la Juve a Marassi, questo pomeriggio il Genoa di Juric ha dato una lezione non solo ai bianconeri ma all'intero campionato.

 

Anzi la lezione è duplice. Innanzitutto Burdisso e compagni hanno dimostrato che il calcio è ancora, nonostante tutto, quel gioco straordinario nel quale non sempre vince il più forte o il più ricco. Requisito fondamentale per riuscire nell'impresa è però non sentirsi già battuti ancor prima di scendere in campo, cosa alla quale troppo spesso assistiamo.

La seconda lezione che i rossoblu hanno fornito al torneo è che i Campioni d'Italia si possono battere anche se non ti chiami Inter o Milan a patto di preparare bene la gara e di giocarsela a viso aperto.

 

In entrambi i casi i meriti sono tutti di Ivan Juric, capace come pochi di motivare la propria squadra e di prevedere le mosse dell'avversario, dopo averlo studiato minuziosamente. Lo stesso tecnico croato del resto lo ha ammesso candidamente in sala stampa: la vittoria di oggi è nata martedì davanti alla tv, guardando la gara di Champions tra Siviglia e Juventus. Pur perdendo, la formazione andalusa con il suo atteggiamento offensivo e spavaldo, almeno nel primo tempo, ha fornito all'allenatore rossoblu la chiave di lettura per fargli capire come affrontare i bianconeri.

Il Genoa è partito subito a mille, sorprendendo un rivale che forse si aspettava un comportamento più attendista da parte di un Grifone privo di ben tre elementi titolari. I rossoblu dopo aver trovato il vantaggio e pure il raddoppio in meno di un quarto d'ora dal fischio d'inizio non si sono fermati, come sarebbe stato lecito attendersi. Hanno invece capito le difficoltà degli uomini di Allegri continuando a premere sull'acceletore anche sul 3-0, annichilendo del tutto un avversario sempre più frastornato.

 

E anche questa è una novità. Subito dopo il vantaggio-lampo di Simeone, molti in tribuna commentavano sostenendo che questo fosse arrivato troppo presto. Come a dire che al quel punto al Genoa toccava arroccarsi in difesa per 88 minuti più recupero e resistere agli assalti di Mandzukic e compagnia. Invece Juric ha dimostrato ancora una volta come la miglior difesa sia l'attacco. Anche quando giochi contro la corazzata che da cinque anni domina il campionato.

 

In un pomeriggio che i tifosi genoani, ed anche quelli juventini, ricorderanno a lungo emerge poi un dato che fa riflettere sulle potenzialità della squadra rossoblu. Il Genoa contro le prime due della classe, Juve appunto e Milan, ha segnato sei reti e raccolto altrettanti punti. Viceversa contro due delle pericolanti come Pescara ed Empoli è andato a segno solo una volta in 180 minuti, ottenendo due miseri pareggi casalinghi. Potrebbe sembrare una coincidenza ma non lo è. E' invece evidente come le difficoltà del Grifone emergano soprattutto in casa contro squadre medio-piccole che vengono a Marassi con il chiaro intento di lasciare ai genovesi l'onere di condurre le danze, chiudendosi a riccio dietro la linea della palla. In quel caso il Genoa va in difficoltà. Una difficoltà mentale ma anche tecnica, visto che se i suoi elementi in grado di saltare l'uomo e creare superiorità numerica (Ocampos, Lazovic, Ninkovic) non sono in giornata nessuno riesce ad accendere la luce. Quando invece può giocarsela a viso aperto senza nulla da perdere, come oggi o come con il Milan ma anche contro il Napoli, i rossoblu appaiono visilmente più liberi di testa e di gambe. E i risultati arrivano.

 

E' questo l'aspetto sul quale ora dovrà lavorare maggiormente Juric. Non tutte le domeniche a Marassi arrivano le 'big', ma bisogna cercare di giocare sempre come se di fronte ci fosse una delle battistrada.

 

Perché contro il Genoa, anche se ha strappazzato le prime due in classifica, nessuno si scansa. Anzi.

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