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  • Gestione scommesse, stadi, web, fondi arabi: così Simonelli vuole la Lega. Milan con lui, ma Juve e Inter votano Abodi

    Gestione scommesse, stadi, web, fondi arabi: così Simonelli vuole la Lega. Milan con lui, ma Juve e Inter votano Abodi

    Milano, venerdì 11 gennaio 2013, ore 14: per la seconda volta in ventidue giorni, la Lega calcio di serie A tenta di eleggere il suo presidente. Sono trascorsi un anno e 10 mesi dalle dimissioni di Maurizio Beretta. Questi è rimasto comunque al suo posto, nonostante da 1 anno e 10 mesi sia diventato il responsabile della struttura Identity and Communications di UniCredit, azionista di minoranza della Roma. Il 20 dicembre scorso, nessun candidato ha raggiunto il quorum di 14 voti richiesto a norma di regolamento.

    I risultati furono questi: prima votazione (quorum richiesto 15 voti), 11 voti Abodi, presidente uscente della Lega di B; 5 voti Simonelli, presidente del collegio dei revisori dei conti della Lega; 1 voto Lotito, presidente della Lazio; 1 voto a Beretta; 1 scheda bianca. Seconda votazione (quorum richiesto 15 voti): 10 voti Abodi, 6 Simonelli, 1 Agnelli, 1 Lotito, 1 scheda bianca. Terza votazione (quorum richiesto 14 voti): 11 voti Abodi, 6 voti Simonelli, 1 voto Lotito, una bianca. 

    Oggi Lotito sostiene la candidatura di Beretta e punta alla conservazione dello status quo, magari attraverso altre fumate nere, perchè tuto resti com'è. Malauguratamente, Beretta, professionista di vaglia negli altri settori in cui si è cimentato, non ha lasciato il segno in Via Rosellini. La sua gestione è stata talmente impalpabile che non si ricordano una riforma incisiva, un intervento strutturale, un'iniziativa importante, un progetto degno di questo nome.

    Le grandi nemiche Juve e Inter,  si sono alleate e appoggiano la candidatura di Abodi che, dopo avere lavorato con successo alla guida della Lega di B, si è dimesso per puntare alla guida della serie A.

    Il Milan, il Parma e altre sei-sette società sostengono Simonelli, dottore commercialista e professionista di fama internazionale, il cui programma viene illustrato oggi all'assemblea. Poggia sulla piattaforma di Luca Scolari, attuale presidente di un fondo di investimento internazionale, brillante manager di estrazione sportiva, con un passato in Lotto e Ferrero. Le idee di Simonelli e Scolari sono decisamente rivoluzionarie per un sistema votato all'immobilismo qual è quello del calcio italiano che, il 14 gennaio, si appresta a confermare il candidato unico Giancarlo Abete alla presidenza della Federcalcio nella quale il successore di Carraro ha ricoperto il primo incarico dirigenziale nel 1989. In fondo, soltanto ventiquattro anni fa.

    In esclusiva per il web, calciomercato.com anticipa le linee del programma che Simonelli illustra ai presidenti di A e B. Se verrà eletto, grazie al lavoro di Scolari sui mercati internazionali, potrà contare anche sulla disponibilità di un fondo sovrano arabo, pronto ad investire 250 milioni nella Lega di A.

    Sono 5 i punti in cui si articola il progetto di Simonelli: 1) nuove funzioni della Lega; 2) risoluzione del problema stadi; 3) merchandising; 4) internazionalizzazione del marchio della Lega e penetrazione del calcio italiano sui mercati stranieri dove soffre terribilmente la concorrenza di Premier League, Bundesliga e Liga; 5) mondo digitale: rivoluzione del sito internet e sfruttamento della Rete, sviluppo dell'e-commerce.

    Assodato che, compreso l'indotto, il calcio italiano paga 2,4 miliardi di euro di tasse;  che il contributo dell'industria calcio, diretto o indiretto, allo Stato si traduce in circa il 2% del prodotto interno lordo, Simonelli e Scolari hanno individuato nella gestione diretta delle scommesse da parte della Lega una nuova fonte di introito capace di garantire ai club almeno 250 milioni di euro all'anno. 

    Questa è soltanto una delle sorgenti alternative di introito, poichè i ricavi delle società sono legati in misura eccessiva ai diritti tv (65%, a fronte del 50% in Premier, del 38% in Liga e del 32% in Bundesliga). Ancora: sponsor e commercializzazione del marchio costituiscono una opportunità di crescita sinora sfruttata poco e male. Basti pensare che il valore delle Grandi di A risulta 2,3 volte inferiore rispetto alla  media europea (67 milioni di euro sono la media di Milan, Inter e Juve contro i 155 milioni di Real, Barcellona, Manchester United, senza contare i passi da gigante già mossi dal Psg).

    Il valore complessivo della serie A risulta di soli 852 milioni di euro, rispetto ai 2.300 della Bundesliga; ai 3.168 della Premier. Il fatturato della Lega di A (17 milioni di euro) è inferiore rispetto alla Liga (19,5), alla Premier (28,5) e alla  Bundesliga (34,8 milioni).

    Simonelli e Scolari, nel loro programma battono e ribattono sulla necessità che la Lega incrementi i ricavi e il valore di tutti i club e non soltanto dei più importanti. Il modello di riferimento è la Grmania: il valore medio di un club della B undesliga è di 115 milioni (90 milioni se viene tolto il Bayern), il valore medio di una società di A è di 42 milioni (20 milioni senza Juve, Inter e Milan).

    La Lega sinora ha bistrattato la forza di Internet, sottovalutandone la potenza dirompente. Risultato: i visitatori unici del sito ufficiale sono 280 mila al mse; l'Nba ne conta 13,8 milioni al mese; la Bundesliga 1,6 milioni al mese, la Premier 4 milioni al mese.

    Simonelli sottolinea che una parte dei nuovi ricavi dovrà essere reinvestita nel sociale, con progetti mirati per le scuole, gli oratori, i centri sportivi. Il video che  correda il discorso programmatico si chiude con un'immagine beneaugurante: uno stadio desolatamente vuoto che si ripopola grazie al lavoro della nuova Lega.

    Quando morirà quella vecchia, nessuno ne sentirà la mancanza. Tranne quei presidenti che fanno finta di voler cambiare tutto perchè tutto resti come prima. Sono l'orchestrina che suona sul Titanic. E suona pure male.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

     

     

     

     

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