"Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso. Vorrei urlare con voi canti di gioia, ma non posso. Vorrei che questo fosse un sogno dal quale svegliarmi felice, ma non lo è. Vorrei che la mia vita riprendesse da dove si è fermata".

Questa frase è ancora viva nel cuore di ogni tifoso genoano, e in generale nel cuore di ogni sportivo. Perche a pronunciarla fu quello che ancora oggi viene ricordato come il Capitano, Gianluca Signorini.

Esordì nelle file del Pisa nel campionato di C1, nel campionato 1978-1979. In seguito giocò nel Pietrasanta, nel Prato, nel Livorno, nella Ternana e nella Cavese. Ma fu nel Parma di Arrigo Sacchi che si fece notare al grande pubblico. Nel 1987 passò alla Roma, fortemente voluto dal Barone Nils Liedholm. Nel 1988 ottenne il trasferimento al Genoa, anche qui fortemente voluto da un altro allenatore di spicco, l'indimenticato Franco Scoglio, che lo rese subito icona della squadra nella quale rimase 7 anni, diventandone capitano e trascinatore. Concluse la sua carriera la dove tutto era iniziato, nel Pisa, dando come sempre tutto sul campo e riuscendo nell'impresa di riportare la squadra nei professionisti a due anni dal fallimento.

Finita la carriera di calciatore intraprese subito quella di dirigente, entarndo nello staff del Pisa come direttore sportivo.Proprio all'inizio di questa nuova avventura scopre di essere affetto dauna grave malattia, la sclerosi laterale amiotrofica, che lo porterà progressivamente alla perdita del controllo muscolare, e infine alla morte il 6 novembre del 2002, a soli 42 anni.

In sua memoria il Genoa ha ritirato la maglia numero 6 dalla numerazione ufficiale, mentre a Pisa una gradinata dell'Arena Garibaldi porta il suo nome.

Oggi vorrei fare gli auguri a questo grande uomo che per anni ha rappresentato i valori sani del calcio infiammando i cuori di tutti gli sportivi italiani.

Grazie Capitano!!!!