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  • Giornata inaugurale della XX edizione di Master Sport

    Giornata inaugurale della XX edizione di Master Sport

    • Luca Bedogni
    Dipartimento di Economia dell'Università di Parma, ore 11:30, l'Aula K8 del nuovo polo didattico ospita nelle sue prime file una delegazione di giocatori del Parma Calcio 1913, poco oltre, i nuovi iscritti alla XX edizione di Master Sport. Dietro la cattedra, presentati da Matteo Marani, i vertici tecnici e dirigenziali di una società rinata miracolosamente dopo il fallimento del fu Parma Fc: il presidente Nevio Scala, il vice presidente Marco Ferrari, il direttore generale Luca Carra e il responsabile dell'area tecnica Lorenzo Minotti.

    A tutti loro e alle autorità presenti si è rivolto, nell'introdurre l'evento, il Prof. Luca Di Nella, responsabile del corso per l'Università di Parma: "Ricordo che noi siamo tra quei Master, al mondo, che sono oggetto di selezione da parte di una rivista internazionale, la prestigiosa Sport Business International, che si occupa anche di redigere delle graduatorie su tutti i migliori prodotti formativi mondiali. Per entrare in queste graduatorie bisogna avere una serie di requisiti che non tutti posseggono. Posso dire sinteticamente che siamo tuttora i primi in Italia, tra i primi in Europa, e tra i primi cinque, tredici al mondo". "Quest'anno- ha continuato Di Nella- abbiamo scelto di inaugurare un'edizione che ha fatto il boom di iscrizioni con una lezione sulla nuova realtà del Parma Calcio 1913".

    Dopo i saluti aggiuntivi del magnifico rettore Borghi, sopraggiunto in leggero ritardo, Marani ha  moderato l'incontro, interrogando i relatori a partire da Lorenzo Minotti. Il responsabile dell'area tecnica ha così cercato di motivare un primo posto a +10 dalla seconda, l'Altovicentino, rispolverando le emozioni di un'estate laboriosissima: "Volevamo riportare in campo determinati valori che erano stati fondamentali nel nostro ciclo, volevamo essere i testimoni viventi di un modello diverso." Oltre all'entusiasmo, non mancarono certo le paure, i momenti difficili, "come quando a fine luglio trovammo il deserto al posto di Collecchio, con i campi bruciati ed abbandonati all'incuria. E noi che ci eravamo spesi a parole con i giocatori, confidando nelle strutture che conoscevamo..".

    Di aneddoti come questi, sparsi nei vari interventi, il pubblico in sala avrà fatto certamente tesoro. Perché il Parma Calcio 1913 è un modello virtuoso germogliato in tempi strettissimi, dove tutto è successo in maniera unica e imprevedibile. "Basti pensare che una delle prime riunioni tra me, Nevio e Marco- ricorda Luca Carra- è avvenuta in un bar del Barilla Center. C'era da ripartire subito con la prima squadra, senza dimenticare l'importanza del settore giovanile. Ben 46 nostri ragazzi erano infatti già passati alle giovanili del Sassuolo".

    Infine le voci di Marco Ferrari e Nevio Scala in completa sintonia, anche quando sono sembrate, per un attimo, in contraddizione; il vice presidente, infatti, dopo una dichiarazione di modestia ("per ora siamo in cammino, tra 5 anni si potrà forse parlare di'modello'. Stiamo facendo semplicemente il contrario di quello che hanno fatto a Parma negli ultimi anni"), ha voluto precisare che la speranza del Parma Calcio 1913 non è quella di risultare "un animale strano", ma quella di voler infondere positività e cambiamento al sistema, "perché, altrimenti, il pesce che nuota controcorrente muore". Nevio Scala, allora, prendendo spunto da questa immagine e rivendicando fino alla fine i suoi principi, ha aggiustato parzialmente l'affermazione di Ferrari, così da arrivare a paragonare il suo Parma "a quei salmoni che risalgono la corrente e depongono le proprie uova per un'esplosione di vita". 

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