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  • Ecco gli eroi della domenica: Mihajlovic, Danilo e Barbara Berlusconi
Ecco gli eroi della domenica: Mihajlovic, Danilo e Barbara Berlusconi

Ecco gli eroi della domenica: Mihajlovic, Danilo e Barbara Berlusconi

  • Giampiero Timossi
Urla, silenzi e verità. Nella busta numero tre ci sono i nomi degli eroi della domenica: Sinisa Mihajlovic e Danilo. L'allenatore del Milan e il difensore dell'Udinese spiccano, per la loro assoluta normalità. Gli eroi della domenica fanno cose semplici. Anzi, fanno (semplicemente) la cosa giusta. Sinisa dice la verità: “Con questa squadra più di così non posso fare”. A nove gare dalla fine ha raccolto sette punti in più rispetto a quanto fece un anno fa il collega Inzaghi. Ma, a differenza dei molti predecessori, il serbo ha centrato una finale di Coppa Italia, serata dove il povero Diavolo cercherà di strappare il trofeo alla Juventus. L'ultima finale e l'ultima vittoria risalgono al 2003. Chi critica Mihajlovic ricorda che i 48 punti conquistati fin qui con il Milan sono gli stessi raccolti un anno fa con la Sampdoria. Non è improbabile che i valori della squadra blucerchiata fossero molto vicini a quelli dei rossoneri.

Poi c'è Danilo, difensore dei friulani, brasiliano arrivato nel Nordest cinque anni fa . A Udine è diventato uomo e risponde agli insulti dei suoi tifosi. Con spontanea indignazione. Risponde dopo l'ennesima e meritata sconfitta. Replica una giuria popolare più o meno improvvisata. Saranno, con buona probabilità, persone perbene. Però sembrano tutti pronti a linciare (verbalmente) gli ex beniamini, a giudizio nella (Dacia) Arena di Udine. E Danilo non ci sta, perché nessuno accetta di farsi umiliare in pubblico. Non importa se e quanto hai sbagliato. Non importa neppure quanto guadagni, anzi. La dignità non ha prezzo, almeno dalle mie parti. Danilo verrà squalificato? Bene, allora è giusto squalificare chi è andato a farsi processare in pubblico, alla faccia del coraggio, della dignità e del regolamento. Occhio e croce tutti i giocatori dell'Udinese.

Urla, silenzi e verità. Anche le storie che si sviluppano intorno a questi due personaggi meritano di essere raccontate. Iniziamo da Mihajlovic. I primi a rilanciare le parole dell'allenatore sono i giornalisti di Mediaset, che fanno (bene) il loro lavoro e quindi riferiscono la verità. Non importa se il capo è lo stesso del Milan, Berlusconi, ovvio. Segue un comunicato di smentita della società. E fanno smentire anche il serbo. Mihajlovic dice la verità? Fermi tutti, il muro del silenzio va rialzato, il più presto possibile. Pressoché identica l'evoluzione del caso-Danilo. I giocatori dell'Udinese non dovrebbero andare sotto la curva. E' vietato farsi processare in diretta e per direttissima. E' vietato dall'etica sportiva, dal buon senso e anche dal regolamento. Però lo fanno, perché non si sa mai, perché così vanno le cose e così dovrebbero continuare andare. Per tutti, o quasi, non per Danilo. Lui risponde, Totò Di Natale invece no, lui è un'icona e dunque tratta e fa capire a tutti che è il suo compagno a sbagliare. Non è Totò-gol l'eroe di giornata, c'è chi proverà a far passare questa versione, ma così non è.

Non si tratta con chi insulta, offende, minaccia verbalmente e minaccia pure di entrare in campo, visto che un gesto di civiltà ha abbattuto le barriere nello stadio dell'Udinese, inaugurato ufficialmente ieri. Non è un eroe Di Natale e non lo fu il genoano Sculli, quando andò a trattare con certi ultrà del Genoa, mentre i suoi compagni si umiliavano spogliandosi in campo della più antica maglia del calcio italiano. Il mio amico Mauro Berruto, nei suoi racconti alla Domenica Sportiva, citava il semiologo francese Roland Barthes per raccontare l'applauso che il Bernabeu di Madrid ha appena riservato a Francesco Totti. Diceva Barthes che nello sport “tutto ciò che accade al giocatore accade anche allo spettatore. Mentre in teatro lo spettatore semplicemente osserva, nello sport è un attore”. Vale per Totti, per Mihajlovic, per Danilo e per il loro pubblico, nella salute e nella malattia. Chi umilia Danilo umilia se stesso. Chi contesta Sinisa, contesta se stesso.


PS Il Milan è quel che è, non ha campioni, lo vedi anche dagli sguardi che certi tifosi a bordocampo riservano ai giocatori rossoneri. Ha speso 90 milioni semplicemente perché sono anni che la squadra non raggiunge più un diavolo di obiettivo e quindi andava completamente ricostruita: certo non come Juve, Roma o Napoli. Solo Bacca e Romagnoli sono investimenti veri. I 20 milioni spesi per l'ottimo Bertolacci faranno felici i bilanci di Roma e magari pure del Genoa, ma sono troppi. E, a guardare bene, sono soldi pure quel milione e mezzo di euro versati per Kucka, che sei mesi dopo sarebbe stato svincolato. Il Milan è semplicemente una squadra costruita male. Questo aveva detto Barbara Berlusconi, la figlia del presidente. Forse ce ne siamo accorti tardi, ma è lei l'eroina della domenica delle improvvise verità. 

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