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  • Gol, scherzi, gelato & Oasis: Balotelli, il racconto di una rabbia dentro

    Gol, scherzi, gelato & Oasis: Balotelli, il racconto di una rabbia dentro

    Due gol a Malta, nuova bandiera della nazionale italiana, per Mario Balotelli sembra aprirsi un capitolo nuovo della sua vita da calciatore dopo le tante polemiche tra campo e gossip.  Mario Balotelli è ormai uno dei più forti calciatori del mondo: ce lo racconta Concita De Gregorio nel libro "Io vi maledico", Einaudi Editore.

    Cristina, la sorella. "Ho perso gli ultimi tre anni della mia vita a parlare di Mario. Ora basta. Non ne posso piú". Giovanni, il fratello. "Da piccolo i miei lo portavano a nuoto, a ginnastica, gli facevano fare anche due sport al giorno. Qualunque cosa, purché si stancasse". Andrea Ferrarese, amico d'infanzia. "La prima cosa che ho saputo di lui è che faceva la pipí dentro gli zaini degli altri bambini. Non avevamo ancora 10 anni. A scuola ci dicevano che era stato malato, che i suoi veri genitori lo avevano abbandonato e che dovevamo avere pazienza. Mi ricordo che in bagno si lavava le mani con l'acqua bollente. Una volta mi disse: cosí diventano bianche".


    Mauro Tonolini, ex presidente dell'Uso Mompiano.
    "Quando è arrivato qui, a 5 anni, era l'unico bambino negro di duecentocinquanta".

    Tiziana Gatti, maestra della scuola di Torricella
    "È stato il caso piú difficile con cui mi sia mai confrontata. Aveva un problema di identità evidente. Si dipingeva la pelle di rosa coi pennarelli. Gli domandavo: è cosí che ti vedi? Mi ha chiesto piú di una volta se anche il suo cuore, dentro, era nero. Gli spiegavo di no ma dopo qualche giorno me lo chiedeva di nuovo. La famiglia in cui viveva per problemi burocratici non poteva adottarlo. Dovevano rinnovare periodicamente la tutela, ricordo che non aveva documenti e che doveva spesso visitare la sua famiglia biologica. Ogni volta che rientrava da quelle visite mi diceva: maestra, domani mi fanno tornare in Africa? Mi ricordo che a ricreazione un giorno gli demmo come a tutti una banana. Uscí di corsa dalla mensa arrabbiatissimo, offeso".

    La signora Maria, barista di Brescia
    "Ancora adesso quando passa certe volte lo fischiano dalle finestre, gli tirano oggetti dai balconi".

    Giovanni Valenti, primo allenatore nel Mompiano
    "Quando andavamo in trasferta dovevamo sempre parlare con lo speaker per chiedergli che lo annunciasse come Mario e non come Barwuah, il suo cognome. Se questo non accadeva lui si rifiutava di scendere in campo".

    Marco Pedretti, compagno di squadra nel Lumezzane
    "Era anche simpatico ma tremendamente pesante. Arrivava un momento in cui non lo potevi piú sopportare. Cambiai di squadra".

    Andrea Ferrarese
     "Mi ricordo una festa di compleanno a casa sua. Tutti i bambini giocavano a giochi organizzati dai suoi genitori, lui stava in corridoio a dare colpi con la palla al muro. Lo consideravano tutti un po' matto, alle bambine
    faceva paura".

    Pierluigi Casiraghi, tecnico dell'Under 21 azzurra
     "Credetemi, non è matto. Io ho giocato con Gascoigne".

    Vincenzo Esposito, ex tecnico della giovanile dell'Inter
    "È un provocatore. Il problema è che non sa calcolare le conseguenze dei suoi gesti. Una volta parlavo ai ragazzi
    per prepararli a una partita importante, lui si allontanò e tornò leccando un cono gelato. Si misero a ridere tutti,
    l'avrei ammazzato".

    Giovanni Valenti
    "È sempre stato il piú bravo".

    Walter Salvioni, allenatore del Lumezzane
    "Lo convocai in una partita contro il Padova. Loro secondi, noi penultimi. Mancavano trenta minuti e stavamo perdendo. Lo feci entrare, vincemmo".

    Sergio Viotti, portiere di riserva nell'Under 21, suo amico da quando avevano 6 anni
    "Diceva sempre che sarebbe stato il primo negro a giocare in Nazionale e che non festeggiava i gol perché lo avrebbe fatto solo il giorno che avesse segnato per l'Italia, nella finale dei mondiali".

    Papa Dadson, calciatore ghanese
    "Quando i miei amici lo hanno visto buttare a terra la maglia dell'Inter hanno detto: pessimo negro".

    Il barista Giuseppe, marito della signora Maria
    "Ormai in giro ci sono tanti ragazzi neri che parlano dialetto, nati e cresciuti qui. Lui poteva essere per loro un esempio. Poteva aprire tante porte a chi ha dei problemi. Invece no, perché è proprio stronzo".

    Marco Pedretti
    "Un giorno, nell'epoca in cui era all'Inter, mi chiamò. Era tempo che non lo vedevo. Mi chiese se volevo passare il suo compleanno con lui. Un giro, un bicchiere. Era solo. Andammo. Gli dissi: ma che hai, sei incazzato nero. Poi già mentre lo dicevo mi resi conto... pensai adesso mi tira un cazzotto. Invece mi guardò un  po' cosí, poi si mise a ridere".

    Padre Mac Mahon, della chiesa di Saint John a Charlton
    "È venuto la notte di Natale con una ragazza e un'altra coppia. È rimasto tutto il tempo in fondo alla chiesa. No, non si è confessato. Un po' mi è dispiaciuto, mi avrebbe fatto piacere parlarci. Però se devo essere onesto ho anche pensato: il diavolo, per oggi, meglio che se lo tenga per sé".

    Noel Gallagher, musicista ex frontman degli Oasis, Manchester
    "Dimenticatemi gente. La nuova rock star, qui, è Balotelli"

    Carlton Myers, padre caraibico e madre italiana, campione europeo di basket e portabandiera olimpico per gli azzurri
    "Quando vedo Balotelli mi ricorda me stesso da giovane. Un tipo con una rabbia dentro che lo divora. Mi piacerebbe conoscerlo, parlarci. Tra noi non servirebbero troppe parole. So di cosa si tratta".


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