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  • Granoche e il Chievo:|'No, nessun rancore'
Granoche e il Chievo:|'No, nessun rancore'

Granoche e il Chievo:|'No, nessun rancore'

Due anni e quattro gol. Troppo poco per il piccolo Diavolo gialloblù. Pablo Granoche non ha sfondato. Finendo più volte all'Inferno e ritorno. Voleva lasciare il segno in serie A. Ma non c'è quasi mai riuscito. Troppo pochi i colpi di coda. Tanto impegno, certo. Con la società disposta anche ad aspettarlo. L'attaccante uruguaiano, però, è finito presto in seconda linea. A volte terza. "Ti giudicano per i gol che fai. E che non fai", osservava proprio Pablo. E dopo due anni e quasi cinquanta presenze all'attivo con il Chievo, la società della Diga ha deciso di mandare El Diablo altrove. Meglio per tutti, forse. Perché Granoche, finito in prestito al Novara, ha trovato nuovi orizzonti da seguire, un universo in espansione, ed una società che potrebbe regalargli il Paradiso in terra. Domenica Pablo tornerà a Verona. Per la prima di campionato. Per la prima da avversario. Tesser lo mette in ballottaggio con Jeda. Chi vince prenderà posto al fianco di Meggiorini. È difficile pensare, però, che l'allenatore dei piemontesi non dia spazio alle voglie dell'ex.

Granoche, c'è il Chievo. Ha il furore dentro?
"No, nessun furore. Non sono arrabbiato con nessuno. Anzi, mi sento molto sereno. E so benissimo che in partita la rabbia non serve a nulla. Io penso a giocare. E a farlo al meglio delle mie possibilità".
Come vi siete lasciati?
"Ho tanti amici a Verona. E li ritroverò in campo. La partita, naturalmente, è importante. Per me e per il Novara. Vorremmo partire bene. E quindi ci tengo in maniera particolare ad impattarla nel miglior modo possibile".
Con chi ha legato di più?
"Morero e Bogliacino. Ci sentiamo ancora adesso. Ma è proprio l'ambiente che mi piaceva. A Chievo mi sono trovato bene. Sento anche Mandelli, Sardo, Sorrentino. Poi, sappiamo benissimo come funziona in campo. Quando l'arbitro fischia, non esistono più amici. Il mio presente è il Novara. Qui posso prendermi soddisfazioni personali importanti. Ed è meglio partire subito con il piede giusto".
Granoche, se le chiedessero di spiegare a chi non conosce il mondo Chievo, cosa direbbe?
"Mi basta prendere da esempio Pellissier, un simbolo. Ho un buonissimo ricordo di Sergio. Non solo per le qualità calcistiche, ma per la serietà e l'umiltà dimostrate in qualsiasi concetto. Sergio è l'immagine del Chievo".
Li conosce bene tutti. Oltre al capitano chi c'è da temere?
"Pellissier sa farti molto male appena gli concedi la profondità. Ti attacca e ti mette in grande difficoltà. Penso di avere imparato molto da lui. Ma allo stesso tempo il Chievo, in passato, anche senza Sergio ha dimostrato di possedere tante alternative. In più quest'anno la squadra è stata rinnovata in maniera significativa e mi sembra che la qualità non manchi di certo".
E il Novara? Che impatto ha avuto con la sua nuova realtà?
"È una bella realtà. Nuova e in movimento. Io sono uno dei tanti nuovi acquisti. È stato stimolante mettersi in discussione in un ambiente che vive dopo tanto tempo la soddisfazione di misurarsi con le migliori avversarie del calcio italiano. Penso che la fase di preparazione abbia offerto indicazioni abbastanza positive. E il fatto di avere ritardato di due settimane il debutto in campionato ci ha permesso di lavorare ancora di più".
Il Chievo sa chiudersi, aspettare, ripartire. Il Novara? "Prima di tutto siamo una squadra orgogliosa, che sa farsi valere, che si pone sempre nella giusta maniera nei confronti dell'avversario. E nelle prime amichevoli si è visto che qui tutti lottano per tutti. Siamo pronti a dare battaglia, senza paura. Non vediamo l'ora di misurarci con questa nuova realtà. Partire bene sarebbe fondamentale".


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